Legato e ucciso in casa. "Ha aperto lui la porta". Cercavano i suoi soldi

Si vantava di non tenere i risparmi in banca. L'altra pista è una vendetta vecchia di anni

Legato e ucciso in casa. "Ha aperto lui la porta". Cercavano i suoi soldi

«I soldi non li metto certo in banca. Non mi fido». Legato mani e piedi alla sedia di un tavolo in cucina, incappucciato, pantaloni calati, infine massacrato di botte. Donato Montinaro, 76 anni, è stato trovato senza vita dalla donna che lo aiutava nelle faccende domestiche. In casa la figlia di 48 anni gravemente malata che, fortunatamente, non si è accorta di nulla. Un delitto orrendo quello scoperto ieri mattina a Castri, in provincia di Lecce, ma consumato dopo le 21 di venerdì, quando la governante è uscita per tornare a casa. Vittima un falegname in pensione conosciuto e benvoluto da tutti nonostante alcune ombre nel suo passato. Piccoli precedenti per furto, lesioni e un'accusa di violenza sessuale. E se sulle prime gli investigatori avrebbero pensato a una vendetta, la pista più seguita resta quella della rapina finita nel peggiore dei modi.

Di sicuro l'anziano ha aperto la porta ai suoi assassini. Li conosceva, probabilmente, e loro conoscevano lui e le chiacchiere da osteria che Donato faceva con amici e conoscenti al bar Tiziano, in piazza del Sole a Calimera, il paese vicino e in cui la vittima aveva lavorato gestendo un laboratorio. Era un esperto corniciaio Donato, e i risparmi di una vita non li teneva in un istituto di credito. Di questo si vantava spesso mentre giocava a carte. I carabinieri del Reparto operativo di Lecce, sul posto assieme ai colleghi della stazione di Calimera e a quelli del reparto scientifico del provinciale, cercano di capire cosa manca all'appello. In casa, una villetta a schiera al 114 di via Roma, lungo la Castri-Vernole, alla periferia dell'abitato, non mancherebbe nulla. Tutto perfettamente in ordine, nessun segno di scasso alla porta e alle finestre.

Una vendetta legata al passato? I carabinieri stanno esaminando le riprese delle telecamere della zona per capire i movimenti attorno all'abitazione. Sequestrato il telefono cellulare della vittima per ricostruire le ultime ore di vita dell'anziano, gli ultimi contatti. Montinaro è stato legato mani, piedi e gambe con delle fascette di plastica da elettricista e con del nastro da pacchi, elementi che rimanderebbero a rapinatori «navigati» nel mondo criminale. «Ma qui, cose di questo genere non si sono mai viste», ripetono gli abitanti di Castri, da molti considerata un'isola felice. Secondo il primo esame del medico legale, il dottor Alberto Tortorella, a uccidere Montinaro un'arma da taglio o un oggetto contundente che avrebbe provocato numerose ferite alla testa e al volto. Montinaro, insomma, sarebbe stato colpito selvaggiamente perché non voleva rivelare dove nascondeva i suoi risparmi. Poi lasciato morire mentre la figlia, disabile, si trovava in camera da letto, per nulla in grado di comprendere cosa stesse succedendo.

Sconvolto il primo cittadino del piccolo comune salentino, Andrea De Pascali. «Donato era un falegname in pensione - spiega il sindaco di Castri - conosciuto in paese. Dieci anni fa aveva perso la moglie e questo era stato un duro colpo per lui. Da allora, assieme alla sorella, si era sempre preso cura della figlia disabile. Si vedeva spesso al bar, dove giocava a carte con gli amici e faceva sorridere tutti con le sue battute.

A parte il dolore per questa morte incomprensibile, resta lo sgomento e l'inquietudine per un fatto così grave avvenuto in paese piccolo e tranquillo, dove si conoscono tutti». Il corpo è stato portato all'Istituto di medicina legale dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce per l'autopsia.

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