L'Europa ci ordina: manovra bis. Addio agli sconti-burla di Renzi

È più dura del previsto la lettera che arriverà oggi da Bruxelles: conti italiani in rosso e debito pubblico preoccupante. Padoan minimizza: "Nulla di nuovo, me l'aspettavo"

L'Europa ci ordina: manovra bis. Addio agli sconti-burla di Renzi

Pier Carlo Padoan annusa l'aria che tira e prova a gettare acqua sul fuoco per la lettera di richiamo sui conti pubblici da parte della Commissione europea. «Fa parte delle procedure standard - minimizza il ministro dell'Economia - Non sono preoccupato, me l'aspettavo». E precisa: «Non c'è nulla di nuovo nella lettera, vorrei dirlo con chiarezza».Nella missiva che Bruxelles invierà a Roma, pur non essendoci nulla di nuovo (come dice il ministro), verrà formalizzato il fatto che l'Italia non rispetta la regola della rapidità di riduzione del deficit e del debito. E per far capire l'aria che tira a Bruxelles, l'Eurogruppo dice chiaro e tondo che l'Italia «da novembre ad oggi ha preso misure che aumentano il deficit. E c'è il rischio di una significativa deviazione dell'aggiustamento». Pertanto, i ministri finanziari dell'area euro invitano i Paesi che si discostano dagli obbiettivi (l'Italia è tra questi), ad adottare «tempestivamente misure addizionali» per convergere verso i target previsti. Insomma, una richiesta di manovra correttiva.

Anche perché «l'alto debito italiano desta preoccupazione - segnala l'Eurogruppo - In base alle previsioni d'inverno, l'Italia non rispetterà la regola del debito per il 2015 ed il 2016». Padoan ripete a Bruxelles che verranno rispettati gli obbiettivi di proventi da privatizzazioni: mezzo punto di Pil quest'anno e nel 2017 e lo 0,3% nel 2018. Si tratta di obbiettivi che il governo ripete da almeno 3 anni e che non ha raggiunto. A peggiorare le cose per il debito, poi, contribuisce la stima di crescita dell'economia. Secondo l'agenzia di rating Fitch, quest'anno il Pil crescerà dell'1%, contro l'1,6% previsto dal governo. E nel 2017 l'aumento sarà contenuto nell'1,3%. Ma le segnalazioni dell'Eurogruppo sulla mancata riduzione del debito si riferiscono alla contrazione dell'avanzo primario: un terzo di quello necessario per rispettare il fiscal compact; non alle privatizzazioni.

Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari europei, riconosce che il clima con l'Italia è cambiato. «Ma il clima è una cosa, la sostanza un'altra; ed a volte è un po' diversa». Nonostante i richiami dell'Eurogruppo, ci sarebbe il tentativo italiano di disinnescare le clausole di salvaguardia che dovrebbero scattare il prossimo anno: 17 miliardi di aumenti dell'Iva e delle tasse sulla benzina. L'obbiettivo a cui puntano a Palazzo Chigi è ottenere una flessibilità di bilancio pari a due punti di Pil, così da poter «schiacciare» il deficit al 2 per cento nel 2017. Bruxelles, poi, sta cercando di scoprire (senza grandi risultati) la data delle elezioni amministrative. Non vorrebbe far arrivare il giudizio sulla Legge di Stabilità in piena campagna elettorale, che non potrà essere troppo distante da quello dell'Eurogruppo che accusa Roma di aver aumentato il deficit con la legge di bilancio.Il giudizio arriverà dopo la presentazione da parte del governo del Documento di economia e finanza (Def), che disegnerà il profilo della finanza pubblica del prossimo triennio.

Nel Def il governo dovrà indicare le stime di crescita del Pil e dell'inflazione da cui dipende l'andamento di deficit e Pil. E, soprattutto, Bruxelles attende di leggere se nel calcolo dell'indebitamento l'Italia utilizzerà o meno margini di flessibilità. E soprattutto quali.

E se indicherà come finanziare l'operazione di taglio fiscale annunciata (nel 2017 dell'Ires e nel 2018 dell'Irpef). Operazione che, secondo la Commissione, non può essere finanziata con la flessibilità. E dall'Eurogruppo arriva la pietra tombale sugli sconti fiscali.

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