C'è chi twitta come un disperato e chi occupa i talk show. C'è chi improvvisa un sit in al porto di Catania e chi si fa la passerella a bordo della Humanity 1. Sono gli stessi che la scorsa estate gridavano al pericolo fascismo. E che poi si sono inventati la fine della legge 194 e del diritto all'aborto. Gli stessi che "se la Meloni vince le elezioni, lascio l'Italia" ma che poi ce li ritroviamo qui, migranti mancati, a gettare quotidianamente fango sull'esecutivo. Gli stessi che giocano pericolosamente di sponda con le cancellerie straniere per indebolire l'operato e la credibilità del governo. Gli stessi che nelle scorse settimane gridavano allo scandalo quando la polizia bloccava l'assalto dei collettivi alla Sapienza o sgomberava 3.500 sballati al rave party abusivo, che oggi si schierano al fianco delle Ong e inforcano il vessillo "porti aperti per tutti i migranti". Tutti in cerca, dopo la batosta elettorale, di un briciolo di visibilità.
Sembra il copione di un brutto film già visto. Basta riavvolgere il nastro di qualche anno. Fine gennaio 2019. Tre deputati, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, Riccardo Magi di +Europa e Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, erano saliti a bordo della Sea Watch. Al tempo a Palazzo Chigi sedeva Giuseppe Conte, mentre al Viminale c'era Matteo Salvini. Erano i mesi del pugno duro contro l'immigrazione clandestina e dei porti chiusi alle navi delle Ong. Una cinquantina di clandestini si trovavano a bordo dell'imbarcazione da circa una settimana e i tre deputati li avevano raggiunti con un motoscafo per verificare le condizioni di salute delle persone a bordo e chiederne lo sbarco immediato.
Oggi Magi sta valutando un nuovo blitz. "Vediamo cosa succede...", confida all'Adnkronos. E, mentre decide sul da farsi, altri lo precedono e si fiondano a bordo della Humanity 1. Ieri mattina, intorno alle 7, una piccola delegazione di parlamentari è salita sulla nave quando un ragazzo è collassato. "Si è ripreso dopo un lungo massaggio cardiaco", ha raccontato il senatore dem Antonio Nicita. Insieme a lui c'erano anche i deputati Anthony Barbagallo (Pd) e Aboubakar Soumahoro (Sinistra italiana). Anche Peppe Provenzano, vice segretario del Pd, e il verde Angelo Bonelli si sono fatti vedere da quelle parti. Tutti a urlare che i porti devono restare sempre aperti, che chi arriva va accolto a prescindere che ne abbia il diritto o meno, che in ogni caso il governo Meloni vìola i diritti umani e che, quindi, è un governo fascista. Davanti all'imbarcazione, Pierpaolo Montante (Sinistra italiana) si è battuto più volte il pugno sul petto e ha incassato un applauso. Un vero e proprio show. Telecamere e macchine fotografiche ovunque. Le barricate in presa diretta.
Chi rinuncia alla gita a Catania resta a casa a urlare. E ingolfa social e tivù di invettive contro il governo. Da Enrico Letta a Elly Schlein, tutti sull'attenti. Tutti a tifare Joachim Ebeling, il capitano della Humanity 1. Esattamente come avevano tifato per Carola Rackete nell'estate del 2019 quando, a bordo della Sea Watch 3, aveva speronato la Guardia Costiera per attraccare con prepotenza nel porto di Lampedusa. Oggi di navi incolonnate per scaricarci i migranti ce ne sono a frotte. Oltre alla Humanity 1, davanti al porto di Catania, ci sono la Geo Barents, la Rise Above e la Ocean Viking. Due navi tedesche e due norvegesi. Ma la sinistra si accoda a Bruxelles a dire che devono tutte sbarcare in Italia.
E lo stesso faranno per i 500 segnalati da Alarm Phone su un barcone "a est dell'arcipelago di Malta". Tutto nella speranza di recuperare un briciolo del consenso perduto o, peggio, di avere cinque minuti di visibilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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