
Come dice Merijn van de Laar, esperto in problemi del sonno dell'Università di Maastricht, «tutti dormiamo». E, d'altra parte, «c'è un numero sempre maggiore di persone che soffre di insonnia». Il risultato è che Dormi come un uomo delle caverne - un libro in cui promette: «Scopri come dormivano i nostri antenati e migliora la qualità del tuo sonno una volta per tutte» - è stato un bestseller, ora in pubblicazione in diciannove Paesi (in Italia è edito da DeAgostini, pagg. 316, euro 18,90).
Quali sono i problemi principali legati al sonno oggi?
«Un grosso problema è che le persone sono molto preoccupate del loro sonno, perché sui media e sui social viene loro mostrato un sonno perfetto e, perciò, perdono il senso di ciò che è normale riguardo al dormire».
Anche lei ha sofferto di questi problemi?
«Sì, verso la fine dei miei vent'anni. Ho applicato la terapia che utilizzavo con i miei pazienti su me stesso e, nel giro di un paio di settimane, mi ha aiutato».
Come ha avuto l'idea di rivolgersi al passato e studiare le abitudini notturne dei nostri antenati?
«Sono sempre stato interessato alla psicologia evoluzionista e, lavorando come terapista e scienziato del sonno, ho iniziato a osservare come molti fenomeni, del sonno e della veglia, possano essere spiegati a partire dal passato lontano. Ora, noi oggi non sappiamo esattamente quanto dormissero gli uomini delle caverne, ma possiamo studiare i cacciatori raccoglitori contemporanei, come i membri della tribù hadza della Tanzania».
Come dormono?
«Stanno a letto per oltre nove ore e restano svegli più di due ore per notte, ma non sono così preoccupati per il loro sonno, come invece siamo noi...».
Che cosa abbiamo in comune con loro?
«Come loro, dormiamo prevalentemente di notte e la luce e la temperatura hanno una forte influenza sul nostro sonno. Anche fra loro ci sono diversi cronotipi, persone da alba e da notte».
Quali strategie possiamo imparare da loro?
«Su tutto, non preoccuparci troppo del fatto che siamo svegli. È normale. Rimanere svegli è un processo naturale: il nostro corpo deve controllare che, nell'ambiente, tutto sia a posto. Può però diventare un problema se i momenti di veglia sono molto agitati».
Che cos'altro possiamo fare?
«Se si va avanti ad avere problemi, è meglio ridurre i tempi trascorsi nel letto. Questo è uno dei metodi più efficaci per migliorare il sonno: potenzia l'adenosina e aumenta la sonnolenza, riducendo così i periodi di sveglia irrequieta».
Perché dice che le famose «otto ore di sonno» sono una leggenda?
«Solo il 15-25 per cento della popolazione dorme davvero otto ore o più. La media è fra le 6 e le 8 ore: è la quantità di ore che abbiamo dormito negli ultimi cinquant'anni... Le tribù tradizionali dormono anche un filino di meno».
L'amore influenza il sonno?
«Essere innamorati può avere un effetto positivo sul sonno. D'altra parte, le persone che dormono meglio e sono più riposate sono più portate a investire, in termini sessuali, in un nuovo partner».
E la dieta?
«Non esistono cibi specifici con effetti decisivi sul sonno. Le prove sulle banane, i kiwi e il latte non sono significative, anche se mangiare più proteine sembra aumentare la sonnolenza».
Ci sono anche oggi fattori ambientali cruciali?
«Lo stress. Per gli uomini delle caverne, lo stress era associato a potenziali minacce esterne; per noi, è più legato a tensioni interiori. E poi contano la luce e la temperatura».
L'abitudine peggiore?
«Guardare l'orologio uccide il sonno. In media, ci vogliono venti minuti in più per addormentarsi, dopo avere sbirciato l'ora durante la notte».
Ma quanto tempo ci vuole per migliorare il nostro sonno?
«Già in tre settimane si ottengono buoni risultati».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.