L'Iran: "Colpiremo Israele". Bibi: "La caccia continua"

Il regime iraniano assicura una dura risposta e ottiene un vertice all'Onu. Blinken: "Imperative tregua a Gaza e de-escalation"

L'Iran: "Colpiremo Israele". Bibi: "La caccia continua"
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L'Iran minaccia una vendetta dolorosa, l'Occidente si appella a tutti i protagonisti della regione per evitare l'escalation, i Paesi arabi e il Cremlino avvertono invece del rischio che si incendi la regione. Secondo il New York Times - che cita come fonte tre funzionari iraniani al corrente dell'ordine - la guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha impartito l'ordine di colpire direttamente Israele come rappresaglia per l'uccisione a Teheran del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

Sempre secondo le fonti, Khamenei ha impartito l'ordine nel corso della riunione di emergenza del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell'Iran che si è tenuta poche ore dopo l'annuncio della morte di Haniyeh.

Israele - che per tutta la giornata si è chiuso dietro a un «no comment» - in serata ha deciso che fosse il tempo per Benjamin Netanyahu di dire la sua con un breve discorso, che è apparso come una rivendicazione indiretta dell'assassinio: «Abbiamo inflitto colpi schiaccianti ai proxy iraniani e continueremo a dare la caccia ai leader di Hamas», ha promesso il primo ministro, che ha parlato di «giornate difficili». «Siamo pronti a tutti gli scenari possibili e faremo pagare un prezzo molto alto a chi si metterà contro di noi. Continueremo a combattere per portare a casa gli ostaggi e sconfiggere Hamas». Un concetto espresso anche dal ministro della Difesa Gallant: «Non vogliamo la guerra, ma siamo pronti a tutte le opzioni».

Intanto il regime di Teheran ha annunciato tre giorni di lutto e chiamato in causa gli Stati Uniti. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in realtà, ieri è corso subito a smarcarsi dall'esecuzione mirata, anche se il capo del Pentagono Lloyd Austin ha spiegato che se ci fosse un attacco a Israele, Washington sarebbe al suo fianco. «Non ne eravamo a conoscenza e non siamo stati coinvolti» nell'omicidio di Haniyeh, ha spiegato Blinken, aggiungendo che «ora il cessate il fuoco a Gaza è un imperativo» per «impedire un'ulteriore escalation del conflitto». Il capo della diplomazia Usa ha parlato al telefono con il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, convinto che l'assassinio abbia dato un duro colpo alle possibilità di pace, e ha sentito anche il vice premier giordano Ayman Safadi, anche lui preoccupato per la pericolosa tensione e convinto che serva una tregua a Gaza per impedire una deriva. Proprio il Qatar, mediatore nelle trattative per un cessate il fuoco a Gaza, è stato finora rifugio dorato di Haniyeh, che qui verrà sepolto. Scarso ottimismo pure da parte dell'Egitto, secondo cui «non c'è volontà per una de-escalation da parte di Israele».

Lavora per allentare la tensione la Farnesina, preoccupata anche per i nostri concittadini: «Non vogliamo che la regione piombi in una guerra aperta» ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha indetto una riunione d'urgenza ieri, mentre l'Unione europea respingeva «le esecuzioni extragiudiziali», precisando di considerare Hamas un'organizzazione terroristica.

Chi punta il dito contro Israele, accusandolo di voler alzare la tensione, è la Russia, che ha condannato l'uccisione di Haniyeh e avvertito del rischio destabilizzazione, sostenendo, con Cina e Algeria, la richiesta iraniana di una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ieri sera. Si spinge oltre il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, sostenitore di Hamas, che ha telefonato alla moglie di Haniyeh per esprimere dolore e profonda tristezza per la morte del marito.

Il 14 agosto sarà da Erdogan il leader dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, che il 15 interverrà al Parlamento turco, mentre il suo partito Fatah invita i palestinesi a «unirsi» e «respingere ogni cospirazione che miri a liquidare la nostra causa» dopo «il crimine atroce» e «l'atto vile» contro Haniyeh.

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