La tensione tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte resta ancora molto alta. Lo dimostra il fatto che il faccia a faccia tra i due non abbia portato a risultati concreti per il cambio della manovra. Insomma, la situazione sembra ancora in stallo e i nodi da sciogliere sono diversi: dal carcere agli evasori al tetto ai contanti che dovrebbe scendere a 2000 euro per il 2020 e a 1000 euro per il 2021 fino alle sanzioni per il Pos rivolte a quei commercianti che non accettino il pagamento con carta.
La tensione è alta anche all'interno del gruppo parlamentare grillino, che, come racconta l'agenzia Adnkronos, assiste con preoccupazione al braccio di ferro di queste ultime ore e - come emerge da alcune conversazioni private tra i parlamentari - non vuole rimanere stritolato nella morsa. Ancora una volta a finire sul "banco degli imputati" è la comunicazione, che a detta di diversi eletti non starebbe offrendo un racconto fedele delle posizioni in capo: in queste ore, infatti, sono fioccate critiche sulla gestione delle uscite dei parlamentari rispetto al confronto Di Maio-Conte sulla legge di bilancio. Severe le osservazioni arrivate dalla compagine M5S alla Camera, che, tra l'altro, sconta un vuoto di potere per l'assenza di un capogruppo. Per descrivere lo stato di smarrimento di questi ultimi giorni e la difficoltà di incidere sulla linea comunicativa, Luigi Gallo, fedelissimo del presidente della Camera Roberto Fico, ricorre a una metafora a metà tra l'horror e la religione. "Beppe Grillo - scrive Gallo in una chat visionata dall'Adnkronos - a Italia 5 Stelle ha detto di smetterla con palloncini e striscioni, con le poltrone tagliate, ma evidentemente abbiamo un M5S che è posseduto, non risponde al gruppo parlamentare, al direttivo, al suo fondatore, ci vuole solo un esorcismo".
Per tutta la giornata si rincorrono voci di una riunione convocata proprio per fare il punto sulla gestione di questa delicata fase politica da parte della comunicazione e che puntualmente si preannuncia infuocata. Sulla carta si tratterebbe della solita riunione del lunedì sui provvedimenti d'Aula ma qualcuno ha voluto allargare il 'perimetrò della discussione coinvolgendo anche la comunicazione. Dice la sua, sempre in chat, anche il deputato Gabriele Lorenzoni: "La comunicazione, ragazzi, risponde al capo politico... non prendetevela con i poveri ragazzi della comunicazione". E aggiunge: "Vi ricordate quando nel 2014 venivano fatti i post in Caps Lock dalla pagina di Beppe Grillo... con quella comunicazione lì Renzi è andato al 42" per cento. Andrea Colletti, che nella passata legislatura è stato anche presidente del gruppo, osserva: "Da contratto nostro la comunicazione non dipende dal direttivo ma se il direttivo vuole licenziare la comunicazione lo può ovviamente fare". Francesco Silvestri - che insieme a Raffaele Trano è in corsa come futuro capogruppo a Montecitorio- espone la sua 'ricettà per "incidere davvero" sulla comunicazione. "Devono esserci dei momenti in cui si confronti sulle posizioni, sulle tematiche di attualità e di Aula e dia indirizzo a social e comunicazione.
Secondo me lavoreranno meglio anche loro così", perché, ragiona il deputato romano, "quando un gruppo numeroso di deputati che si è prima confrontato arriva a dare indirizzi chiari, contratti o non contratti, magari le cose migliorano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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