L'Italia è invasa ma mezzo governo alza le spalle. Salvini pressa: vertice con Draghi

I barconi di migranti "invadono" le coste italiane e il governo fa spallucce. Il leader della Lega Matteo Salvini chiede un incontro con il capo dell'esecutivo Mario Draghi

L'Italia è invasa ma mezzo governo alza le spalle. Salvini pressa: vertice con Draghi

I barconi di migranti «invadono» le coste italiane e il governo fa spallucce. Il leader della Lega Matteo Salvini chiede un incontro con il capo dell'esecutivo Mario Draghi. Mentre Fratelli d'Italia e Forza Italia auspicano un cambio di rotta con controlli rigidi sulle coste italiane. La bomba sbarchi sembra interessare solo il centrodestra. Pd e M5s ignorano la questione. Intanto il dossier immigrazione rischia di trasformarsi nel nuovo ostacolo lunga la strada dell'esecutivo Draghi. Domenica da record: raffica di sbarchi a Lampedusa e di richieste di aiuto dal mare. Oltre mille gli ultimi arrivi: un totale di 1.409 persone sbarcate e trasferite all'hotspot di contrada Imbriacola. Nel silenzio generale del governo, è l'ex ministro dell'Interno leghista Salvini che alza il tiro: «È necessario un incontro col presidente Draghi, con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini (già 12.000 sbarcati da inizio anno)». Con il passare delle ore la tensione sale. Gli sbarchi non si fermano. Salvini va all'attacco e scrive al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il segretario della Lega auspica «un piano di interventi per evitare una escalation degli arrivi. Salvini e Lamorgese, con spirito collaborativo, hanno convenuto che faranno il punto al più presto insieme al presidente del Consiglio». Al Viminale però qualcosa inizia a muoversi: il ministro Lamorgese sente al telefono il premier per concordare una strategia. Sul tavolo c'è la costituzione di una cabina di regia per affrontare il dossier insieme a tutti i ministri coinvolti: oltre all'Interno, la Difesa e gli Esteri. In modo da pianificare condivise misure in vista di un'estate che si annuncia complicata sul fronte flussi. Intanto, intorno al 20 maggio la titolare del Viminale sarà a Tunisi con il commissario europeo Ylva Johansson, per affrontare il tema con le autorità locali. Quello che è certo è che in Libia come in Tunisia il controllo delle coste si sta dimostrando inefficace. Così come quello delle frontiere desertiche del Sud da dove passa il flusso proveniente dall'Africa centrale. Per quanto riguarda la Libia c'è inoltre da evidenziare la difficile situazione sul territorio, con il nuovo governo di accordo nazionale del premier Abdel Hamid Dbeibah che cerca di acquistare autorità sulle diverse milizie che si spartiscono il Paese in vista delle elezioni programmate a dicembre. Ci sono poi da considerare le tensioni legate all'incidente dei colpi di mitragliatore sparati da una motovedetta libica contro un peschereccio italiano. Una situazione complessa, dunque, che il Governo punta ad affrontare in tutti gli aspetti in modo sistematico e non contingente, coinvolgendo diversi ministri, non solo il Viminale che ha il problema di dove sistemare i migranti che sbarcano, con tutti gli adempimenti relativi alla fotosegnalazione ed ai tamponi da effettuare. Per ora c'è ancora posto sulle navi dedicate alla quarantena, ma i bandi dovranno essere rinnovati. Ma intanto in Italia la polemica esplode. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello dà la colpa a Salvini. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, non fa sconti: «L'immigrazione clandestina va fermata. Vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie. Come Fratelli d'Italia continuiamo a chiedere al ministro Lamorgese un immediato blocco navale». Il centrodestra si ricompatta. Dura la posizione anche di Forza Italia: «La nuova emergenza sbarchi a Lampedusa potrebbe essere il primo segnale di quanto accadrà nei prossimi mesi, e in questo senso sarebbe un errore gravissimo sottovalutare l'allarme lanciato da Frontex sulla massiccia ondata di migranti irregolari dal Nord Africa in coincidenza con l'allentamento delle restrizioni anti-Covid, con l'Italia come unica destinazione.

Nella maggioranza non c'è una linea univoca sulla gestione dei flussi migratori, ma deve essere chiaro che con l'Italia alle prese con la crisi economica, sociale e sanitaria causata dalla pandemia non è possibile tornare all'accoglienza indiscriminata del 2015-2016».

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