L'Italia ora vede il "plateau". L'Iss: il virus uccide i No Vax 33 volte più dei trivaccinati

Il siero protegge al 97,5% dalla malattia grave rispetto a chi non lo fa. Le reinfezioni sono il 3,2% del totale dei contagi

L'Italia ora vede il "plateau". L'Iss: il virus uccide i No Vax 33 volte più dei trivaccinati

Nel giorno in cui si registra un ulteriore segnale di rallentamento della diffusione dei contagi in Italia (ma ne parleremo più avanti) arriva puntuale il report del sabato dell'Istituto superiore di sanità, che va oltre il bollettino quotidiano e conferma ancora una volta come, malgrado sia ormai chiaro come il Covid non risparmia chi ha fatto due e anche tre dosi, questo bussi alla porta dei vaccinati con una violenza assai inferiore a quella usata per la porta dei No Vax.

Del resto chi ha voglia di inoltrarsi nella giungla dei numeri può avere pochi dubbi: il vaccino è uno strumento tutt'altro che perfetto ma comunque fatidico, Protegge dalla diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 del 66 per cento entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 53 per cento tra i 91 e 120 giorni, e al 34,7 per cento oltre 120 giorni mentre torna a impennarsi al 66,7 nei soggetti vaccinati con dose booster. Rispetto alla possibilità di ammalarsi seriamente la protezione è rispettivamente del 95, del 93, dell'89 e del 97,5 per cento.

Ma forse sono i numeri che seguono quelli più significativi: il tasso di ricoveri in terapia intensiva per gli over 12 è di 31,3 casi ogni 100mila per i non vaccinati, circa 39 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster che registrano (0,8). Il tasso di ospedalizzazione è di 248,5 ricoveri per 100.000 abitanti per i non vaccinati contro il 20,8 dei vaccinati con dose booster (circa 12 volte più alto). E il tasso di mortalità è di 52,9 decessi per 100mila nei non vaccinati over 12 contro l'1,6 dei i vaccinati con booster: 33 volte più alto.

Capitolo reinfezioni. Dal 24 agosto al 9 gennaio sono state 108.886, pari al 2,7 per cento del totale dei casi notificati. Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,2) risulta stabile rispetto alla settimana precedente (3,4). L'Iss aggiunge anche dati sulle infezioni tra i ragazzi in età scolare (aumentati nell'ultima settimana del 24 per cento contro il +20 della settimana precedente), con picchi nella fascia 12-19 anni (48 per cento del totale) e in quella 5-11 (38). Dall'inizio dell'emergenza Covid, tra gli under 19 si sono registrati 1.698.273 casi di infezione, 11.573 ospedalizzazioni, 291 ricoveri in terapia intensiva e 38 decessi.

E veniamo al bollettino di ieri, che ha fatto registrare 171.263 nuovi contagi, un numero inferiore sia rispetto a venerdì (179.106) sia rispetto a sabato scorso (180.426), ciò che fa scendere dopo diversi giorni l'incidenza dei contagi sotto la soglia psicologica dei 2mila casi settimanali ogni 100mila abitanti: 1.985,24.

I morti sono stati 333, con un calo di 40 unità rispetto al giorno precedente ma un aumento di 25 rispetto ai 308 di sabato scorso. L'andamento tendenziale dei decessi è in crescita, ma sappiamo bene quanto il dato più luttuoso sconti sempre diverse settimane di ritardo rispetto all'andamento dei contagi visto il tempo necessario al contagiato per aggravarsi e poi spirare.

La vera buona notizia, quella che davvero apre uno spiraglio sul nostro futuro immediato, è il calo per il secondo giorno consecutivo dei ricoveri con Covid nell'area non critica: dai 19.485 di venerdì ai 19.442 di ieri, un -43 piccolo ma assai significativo.

Anche perché accompagnato da un calo anche dei ricoverati in terapia intensiva, che in ventiquattro ore passano da 1.707 a 1.676 (-31). Un calo anche rispetto a una settimana fa, anche se insignificante (-1). Insomma, il plateau sembra davvero alle porte.

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