Lucia Azzolina, la ministra: "Docenti non reclutati dalle regioni"

Il ministro dell'istruzione ha spiegato come gli istituti scolastici siano già dotati di autonomia e che il reclutamento sia una questione differente

Lucia Azzolina, la ministra: "Docenti non reclutati dalle regioni"

Lucia Azzolina ha rilasciato recenti chiarimenti sul futuro della scuola italiana e sul reclutamento degli insegnanti. Queste le ultime dichiarazioni da parte del ministro dell'istruzione riportate dall'agenzia Agi: "Non è stata quota cento ad aver creato il problema della supplentite in Italia. Quota cento è stato uno strumento per fare in modo che potesse entrare una quota più giovane di docenti". Azzolina ha poi aggiunto: "Il problema non si risolverà a settembre, va risolto nel tempo e negli anni, programmando seriamente e formando gli insegnanti. Così possiamo dare un futuro al nostro paese".

Lucia Azzolina: "Gli insegnanti non devono essere reclutati dalle regioni"

Il ministro dell'istruzione Lucia Azzolina ha parlato della sua visione riguardante il futuro reclutamento degli insegnanti nelle scuole italiane: "Le scuole sono già dotate di autonomia. Diversa è la questione del reclutamento: io non penso che gi insegnanti debbano essere reclutati dalle Regioni: sono dipendenti dello Stato e vanno reclutati a livello nazionale". Ha poi proseguito con un'affermazione sullo spinoso tema della continuità didattica: "Nel decreto scuola abbiamo pensato a una norma che dà ragione della continuità didattica. E' stato previsto che bisogna restare in quel posto almeno 5 anni".

Nel corso di un'intervista a Radio1, il ministro dell'istruzione ha confermato la pubblicazione dei bandi dei concorsi volti all'immissione in ruolo, con l'obiettivo di arginare (quantomeno) la supplentite dilagante nelle scuole italiane: "Entro febbraio verranno banditi tre concorsi: due per la scuola secondaria e uno per le scuole d’infanzia e la primaria".

Un annuncio giunto con un ritardo di circa 6 mesi rispetto a quanto promesso dall'ex ministro Marco Bussetti, precedente al ritirato Lorenzo Fioramonti. A conti fatti, tuttavia, i posti disponibili sono pressappoco 70 mila: all'incirca 50 mila per gli insegnanti degli istituti secondari di I e II grado e 17 mila per maestri d'asilo e scuola primaria. Insomma, numeri risibili rispetto alla voragine che si è raggiunta nell'anno scolastico 2019/2020 che ha registrato la necessità di ben 170 mila insegnanti. Evidenziamo come a causa di Quota 100 e i massicci pensionamenti da parte dei baby boomers, il buco è destinato ad espandersi ulteriormente . Ancora da chiarire la sorte dei vincitori dell'eventuale concorso ordinario, mentre per quelli dello straordinario le idee risultano essere già abbastanza chiare: immissione in ruolo per settembre 2020. Tuttavia, parliamo di risultati molto scarsi: 24 mila docenti immessi.

Una sottigliezza rispetto alla reale necessità di personale. È molto probabile che tutti gli altri, tra prove (forse anche preselettive) scritte ed orali, non entreranno in ruolo prima dell'anno scolastico 2021/2022.

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