Lui contro lei. Lo schema dell'aggressione a Giorgia Meloni è collaudato. E si è ripetuto anche sulla tragedia del naufragio di Crotone. Con la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella che è diventata, per le opposizioni, un'occasione per contrapporre la premier al Presidente della Repubblica. Palazzo Chigi al Quirinale. Allora, ecco l'ultima accusa per mettere pressione a Meloni. Sottolineare «la grande assenza» (Repubblica del 2 marzo) della leader del governo e rinfacciarle l'omaggio solitario e silenzioso di Mattarella davanti alle bare dei migranti morti in Calabria. Un gioco pericoloso, quello di tentare di dividere due poteri dello Stato a margine di eventi strazianti come quelli accaduti sulla costa jonica calabrese.
Eppure Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra e giornali progressisti non hanno resistito alla tentazione di appigliarsi all'agenda di Meloni per protestare, stigmatizzare, parlare di disumanità e chiedere le dimissioni di mezzo esecutivo.
Lo ha fatto la neo-segretaria del Pd Elly Schlein, che si è precipitata a Crotone e ha sparato a palle incatenate contro la maggioranza e chi la guida. La leader appena incoronata dal congresso dem ha parlato di «assenza grave della voce del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non solo su quanto avvenuto a Crotone ma anche su ciò che è avvenuto a Firenze». Ma Meloni, dopo avere espresso il suo cordoglio per le vittime, ha scritto una lettera all'Unione Europea per chiedere un intervento comune sul tema dell'immigrazione. L'europarlamentare del Pd Brando Benifei parla del «più inopportuno tra i paragoni», in riferimento ad alcune parole pronunciate dalla premier durante il suo intervento alla conferenza Raisina Dialogue di New Delhi in cui ha paragonato il suo ufficio di Palazzo Chigi alla «prua d'Italia», un avamposto per «guidare le nostre navi verso porti sicuri». Una metafora comune, che è bastata a Benifei per gridare «Vergogna!» contro il presidente del Consiglio.
Repubblica torna anche ieri sulla visita di Mattarella, «l'uomo in silenzio che salva lo Stato dal naufragio della pietà». E ancora: «Il governo non c'era». Non importa che Meloni sia dovuta partire nella serata di mercoledì 1 marzo per un'importante visita istituzionale in India ed Emirati Arabi Uniti. Il governo non c'era e la premier ha taciuto, questo è lo schema. Sempre sul quotidiano diretto da Maurizio Molinari ne approfitta Roberto Fico, ex presidente della Camera, grillino di rango con pedigree progressista. Fico tira in ballo ancora Mattarella, facendone un ariete inconsapevole per la battaglia politica. «Sono grato in maniera speciale al nostro capo dello Stato. La sua visita è stata un segnale alto, davvero importante», dice il pentastellato. E poi: «Il premier Giorgia Meloni avrebbe fatto bene ad arrivare subito a Crotone anche per vedere, per capire. Il Governo invece ha reagito in modo inaccettabile». Lo stesso spartito suonato in un tweet da Raffaella Paita, capogruppo di Azione e Italia Viva in Senato. «Ieri Mattarella è andato in silenzio a Crotone a portare umanità e lo Stato di fronte alle bare delle vittime del naufragio. Ma Giorgia Meloni dov'è?», va all'attacco la senatrice renziana.
Seguita dai parlamentari dem vicini a Schlein. «Davvero stamattina non c'era nessuno del governo», si domandava mercoledì in Transatlantico Nicola Zingaretti. «Il problema è che non è andata Meloni», insiste Andrea Orlando. Lo schema non cambia.
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