Quella di ieri è stata una giornata tanto animata quanto pericolosa per il governo. L'ennesima occasione in cui sono emerse le profonde divergenze tra i partiti che compongono la maggioranza, che ancora una volta hanno rischiato di mandare in tilt l'esecutivo per posizioni che all'inizio sembravano inconciliabili. Alla fine sul coprifuoco è arrivata la mediazione che fa esultare Forza Italia e Lega: l'impegno preso è quello di valutare a maggio - sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico e dell'avanzamento della campagna di vaccinazione - l'aggiornamento delle decisioni prese con l'ultimo decreto legge, "anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento".
Ma per arrivare all'intesa si è rischiato grosso. La stabilità dell'esecutivo si è nuovamente esposta a possibili spinte. I due partiti del centrodestra non hanno partecipato al voto sull'ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia per abolire il divieto di circolazione dalle 22 alle 5. Dietro le quinte si sarebbe addirittura sfiorata la rissa verbale tra gli schieramenti che sostengono il governo guidato da Mario Draghi, che è dovuto scendere in campo in prima persona per evitare l'impasse e mettere tutti d'accordo.
Rissa sul coprifuoco
A quel punto fonti del centrodestra hanno esultato, attestandosi la vittoria e rimarcando la compattezza grazie alla quale è stato possibile ottenere un tagliando a maggio per rivedere il coprifuoco: "Grazie all'impegno di Lega e Forza Italia, il governo ha accettato di rivedere la posizione sul coprifuoco: da maggio, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, saranno rivisti i limiti temporali di lavoro e per gli spostamenti".
Prima però si era consumata una pericolosa strategia d'accusa tra i partiti della maggioranza tra scambi accesi, veti e rivendicazioni. Nello specifico, come riporta un retroscena pubblicato sulla Stampa, sarebbero volate pesantissimi attacchi tra alleati. "Scusate ma i vostri ministri, a differenza di quelli della Lega, in Consiglio dei ministri hanno votato il provvedimento sulle riaperture. Ma questa è l'ultima volta! Non si scherza col fuoco, così si rischia di mettere in crisi il governo". Per un'ora e mezza si è stati sul punto di toccare con mano una crisi difficilmente rimediabile. Alla fine, però, tutti i partiti di maggioranza hanno tirato il freno. Tutto rientrato? Per ora. Altre minacce sono, infatti, pronte a ripresentarsi proprio oggi.
La mozione contro Speranza
Nella giornata di oggi infatti si discute la mozione di sfiducia a Roberto Speranza presentata da Fratelli d'Italia. Anche in questa occasione Salvini non ha dato un indirizzo preciso, facendo sapere che prima si consulterà con Pierpaolo Sileri: "Come voterà la Lega? Prima voglio fare una chiacchiera con Sileri di cui ho enorme stima, grande fiducia e quindi prima di decidere voglio sapere come ha lavorato e sta lavorando con Speranza. Mi affiderò anche ai suoi ragionamenti e alle sue parole". Il sottosegretario alla Salute negli ultimi giorni non ha risparmiato critiche ai vertici del ministero e forti accuse a molti dirigenti del dicastero: "Non ho mai avuto i verbali del Comitato tecnico-scientifico, a cui ho fatto una 30ina di domande. Non ho mai avuto risposta, mai!".
Inoltre ha parlato di "due, tre mele marce" che sono emerse durante l'emergenza Coronavirus: "Ci sono persone che non sanno gestirla. E poi la burocrazia in Italia è drammatica, perdere tempo in emergenza non è tollerabile, dovrebbe correre tutto più velocemente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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