Unità, unità, unità. All'indomani del 25 aprile, Giuliano Pisapia lo ripete come un mantra. L'ex sindaco di Milano, in una lunga intervista comparsa oggi su Repubblica, si rivolge a Matteo Renzi con i toni drammatici di un ultimatum.
L'ex premier deve riformare la legge elettorale e quindi porsi alla testa di un'ampia coalizione di sinistra. Altrimenti sarà la fine. Salutato da più parti come il possibile federatore di un centrosinistra libero da ogni prospettiva di larghe intese, Pisapia spiega di non avere intenzione di candidarsi a premier ma non per questo rinuncia a dettare la linea: "Senza il Pd il centrosinistra italiano non ha futuro, ma bisogna ascoltare la domanda di unità che viene dalla base." Unità che però prescinda tassativamente da ogni accordo con il centrodestra, pena la perdita della fiducia dell'elettorato. Un vulnus che precluderebbe, sostiene, a una sconfitta "generazionale."
L'avvocato milanese indica una strada anche per la legge elettorale: o il Mattarellum, o i collegi e un premio di maggioranza moderato, come proposto proprio dai dem in commissione. Pisapia punta a solleticare la base più "identitaria" dei votanti rigettando l'idea di una coalizione centrista alla Macron, ma al tempo stesso non rinuncia a corteggiare il Movimento Cinque Stelle: con Grillo, argomenta, non ci può essere un accordo strutturale, ma "sui singoli temi è possibile una proficua collaborazione".
Come a dire: la sinistra deve presentarsi agli elettori "dura e pura", ma qualsiasi appoggio esterno sarebbe benvenuto. Anche perché, ricorda l'ex sindaco, "Fi, Lega e Fdi se corrono da soli nel complesso prendono più voti".
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