«L'Unità» senza soldi chiude i battenti

Il quotidiano cessa le pubblicazioni dal primo agosto dopo 90 anni di storia. Oggi in edicola un numero tutto in bianco

La notizia compare sul sito a metà pomeriggio. Poche righe, firmate dai liquidatori della Nie, l'ultimo editore: da venerdì prossimo, 1 agosto, l'Unità , il quotidiano del Pci fondato novant'anni fa da Antonio Gramsci, non sarà più in edicola. L'assemblea dei soci, ieri, non ha trovato l'accordo su nessuna delle proposte di salvataggio, e quindi ha deciso di sospendere le pubblicazioni. Come avvenne durante il fascismo. E come avvenne, per i problemi economici che ora per ordine del tribunale di Roma rischia di pagare lo Stato, tra il 2000 e il 2001.

Giù il sipario. Fine della corsa per un quotidiano storico che, estrema beffa, viene costretto al silenzio nel momento in cui è premier il leader del Pd, il partito erede del vecchio Pci. Non c'è stato nulla da fare. Detto «no» alla proposta di rilancio di Daniela Santanchè, i soci non hanno trovato intesa nemmeno sull'ipotesi di Matteo Fago, che alla vigilia sembrava praticabile. Il comunicato di addio alle edicole è secco: «I liquidatori di Nie spa in liquidazione, società editrice de l'Unità , a seguito dell'assemblea dei soci comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014». Durissima la nota del Cdr: «Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità . I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro. Questa storia – prosegue il Cdr – non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Oggi è un giorno di lutto. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico».

Tuona contro il partito il direttore Luca Landò: «È sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione. I segnali arrivati sono stati non di aperto sostegno ma un po' ambigui». Accuse che il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi rispedisce al mittente, contestando il socio di maggioranza: «Il Pd è impegnato al 100% per giungere ad una conclusione positiva». E poi aggiunge, su Twitter : «Lo riapriremo». Il premier Renzi, su Twitter in serata, rilancia Bonifazi sulla riapertura, ma poi, in una conversazione sul caso, scrive: «Purtroppo l' Unità non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe». Solidarietà arriva dal presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, e dai giornalisti di Europa , il quotidiano ufficiale del Pd. Dal fronte del partito, inizialmente, poche voci, tra cui quelle di Stefano Fassina e Gianni Cuperlo.

Poi alla spicciolata qualche altro, come Massimo D'Alema che parla di «notizia scioccante». Intanto da venerdì sarà silenzio. Silenzio che oggi sarà rappresentato plasticamente: «Usciremo – annuncia Landò – con un numero speciale vuoto, in bianco. Dimostreremo come sarà l'informazione senza L'Unità ».

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