Se non è una rottura poco ci manca. Le parole dell'amico Goffredo Bettini al Corriere della sera scatenano un caso nell'entourage di Giuseppe Conte. Che, in mattinata, viene dipinto da fonti pentastellate come «adirato» per le dichiarazioni di Bettini, esponente del Partito democratico considerato uno dei consiglieri più stretti del leader del M5s. «Conte è in un momento di notevole difficoltà, uomo leale, che apprezzo, ma più leader di governo che capo di un partito», le frasi incriminate che suonano come una bocciatura del «nuovo corso».
Ma provocano crepe anche quelle che vengono definite «fughe in avanti» sul Quirinale. In particolare, Bettini indica due strade per il Colle. La prima, un patto di un anno per tenere Mario Draghi a Palazzo Chigi, individuando per la presidenza della Repubblica una «figura alta», ma politica, che guidi la transizione dopo l'emergenza. La seconda strada prevede la richiesta a Sergio Mattarella di accettare un secondo mandato oppure di provare a far convergere le forze politiche su Draghi al Colle. Lo stesso Bettini anche durante l'ultima direzione allargata del Pd aveva stoppato l'elezione dell'ex capo della Banca centrale europea alla più alta carica dello Stato. In un gioco di sponda involontario con i malpancisti grillini che rischia di relegare in un angolo Conte, che non ha mai escluso l'ipotesi di Draghi al Quirinale. I contiani reagiscono con toni scomposti. «La verità - riferisce una fonte del M5s - è che oltre alla gente comune anche tutti i politici riconoscono Conte come uomo leale. Ma è proprio la lealtà che spesso manca in quelli di lungo corso, abituati ai giochini della vecchia politica». Parte la contraerea.
«Nessuno creda che si possa eleggere il presidente della Repubblica e, conseguentemente, garantire una continuità di governo senza il Movimento cinque stelle», dice Riccardo Ricciardi, uno dei vice di Conte. «Se l'unità d'intenti in vista del Quirinale è rappresentata da colloqui rilasciati alla stampa in cui si esprimono giudizi sul M5s e il suo leader politico - ci va giù duro il ministro Stefano Patuanelli - la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta». Servono a poco le precisazioni di Bettini: «Ritengo il lavoro che sta svolgendo Conte prezioso per il M5s, lo stimo umanamente e politicamente». Le parole dell'uomo ombra del Pd romano mandano in tilt Conte e i suoi, soprattutto perché l'amicizia tra i due espone da mesi l'ex premier alle critiche interne.
Prima dell'ennesimo vertice dello stato maggiore del Movimento sul Quirinale, la giornata corre sul filo della tensione. Per i tanti che non si considerano contiani lo scontro con Bettini sarebbe il casus belli per spaccare il fronte giallorosso. «Conte vuole rompere con il Pd e punta a dialogare con Salvini per l'elezione del presidente della Repubblica», spiega nel pomeriggio una fonte stellata di alto livello. Tra i parlamentari si diffonde l'impressione che Conte voglia scommettere sull'instabilità, con l'obiettivo delle urne anticipate o della formazione di un nuovo governo con dentro i leader dei partiti.
Per arrivarci - secondo le malelingue - l'avvocato appoggerebbe anche «una candidatura alla Tremonti» con la speranza del voto, se non si riuscisse a trovare la quadra su Draghi con un nuovo esecutivo. In questo clima si dovrebbe arrivare domani a un vertice con Enrico Letta e Roberto Speranza.Intanto il M5s prova a spingere per una candidatura di bandiera da opporre a Berlusconi, con o senza il Pd.
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