Giuseppe Conte ed il MoVimento 5 Stelle, in maniera contaria rispetto ai trionfalistici annunci di queste settimane, non hanno aderito al gruppo europeo dei Socialisti e Democratici. Ma la mancata iscrizione non è dipesa da una marcia indietro dei grillini. Al contrario, si sospetta l'esistenza di un fuoco di sbarramento da parte Dem. Se non altro perché i termini temporali per l'adesione sono già trascorsi.
Come riportato da Dagospia, che ha ripreso un articolo de Il Foglio, il progetto del "campo largo" in salsa continentale non è andato in porto. E così, l'ex premier giallorosso e gialloverde, che è già nel caos per la partita del Quirinale, per la gestione dei gruppi parlamentari e per la mancanza di una vera e propria struttura organizzativa su base territoriale, dovrà attendere nuove sulla destinazione continentale. Giuseppe Conte è passato dall'essere sovranista a voler diventare un "riferimento dei progressisti" con una certa nonchalance. Ma non è chiaro quanto l'universo Dem dell'Ue sia ben disposto ad accogliere i pentastellati e la loro liquidità ideologica nel suo Gruppo parlamentare. Anche perché in quel gruppo non c'è soltando il Pd di Enrico Letta.
Ma forse, al netto degli equilibri con le altre formazioni al Gruppo parlamentare, qualche frizione italiana c'è. Una delle ragioni ventilate riguarda il niet di Giuseppe Conte alla candidatura per le suppletive nel collegio di Roma1. L'ex presidente del Consiglio ha detto ad Atreju di aver rifiutato ben tre candidature e di non essere uno di quelli che si "abbarbica" al Parlamento. La verità è che la sfida lanciata da Carlo Calenda per lo scranno libero lasciato da Roberto Gualtieri, che nel frattempo è stato eletto a sindaco di Roma, ha procurato un certo l'allarme tra i grillini, e il leader Conte ha preferito il disimpegno ad una potenziale (ma probabile) sconfitta.
Tuttavia, il fatto che l'ex premier giallorosso e gialloverde continui a tirarsi indietro rispetto ad ipotesi di candidature in prima persona, potrebbe essere alla base del muro edificato nei confronti dell'ingresso dei grillini nel gruppo europeo dei Socialisti e dei Democratici: questo, almeno, è quanto sottolineato dalla testata sopra citata. Tra coloro che erano balzati sulla sedia quando si è saputo che il MoVimento 5 Stelle avrebbe occupato le sedie su cui siedono anche i Dem, si è distinto proprio Carlo Calenda, che è un fermo oppositore dell'alleanza strutturale tra Pd e M5S, in Europa così come in Italia.
Il 2021 si sta per chiudere e Conte si lascia così alle spalle l'ennesimo disastro.
La sua leadership, che fatica a decollare di per sé, non sembra poter contare su troppi buoni uffici europei. Non può comunque essere escluso che la pratica dell'adesione al Gruppo dei Socialisti e dei Democratici si sblocchi in principio di 2022.
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