Di Maio "archivia" l'M5s: "Voto sì al terzo mandato ​e alle nuove alleanze..."

Con un lungo post su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha spiegato perché al voto in corso su Rousseau voterà due sì

Di Maio "archivia" l'M5s: "Voto sì al terzo mandato ​e alle nuove alleanze..."

Mentre sono in corso le votazioni sulla piattaforma Rousseau per decidere sulla modifica al "mandato zero" e alla possibilità di stringere alleanze sui territori alle elezioni amministrative, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con un lungo messaggio pubblicato su Facebook ha annunciato il suo orientamento.

"Due sì perché io mi fido dei territori", ha scritto l’esponente pentastellato. Una importante presa di posizione, quella dell’ex capo politico 5s, indice della volontà di apportare ulteriori novità nel mondo pentastellato con il rischio, però, è quello di cancellare per sempre le radici del Movimento. Ma Di Maio non intende cedere. Pensiero al futuro con un occhio al passato. Il ministro, infatti, per rimarcare la sua posizione, ha preso d’esempio il percorso politico di Virginia Raggi ricordando che quasi cinque anni fa, quando la pentastellata fu eletta lui era "responsabile dei Comuni 5 Stelle. Ciò che è successo e abbiamo vissuto insieme nei primi mesi del suo mandato non ha precedenti storici. L'aggressione nei suoi confronti avrebbe schiacciato una mandria di bufali. In questi anni non sempre siamo stati d'accordo su tutto, ma è indiscutibile che su di lei si sia abbattuto un uragano e che solo insieme siamo stati più forti di tutto". "E tutti- ha continuato Di Maio- oggi le riconoscono la capacità di aver sostenuto una pressione senza precedenti. Questo è molto utile per un amministratore, perché se sostieni una pressione del genere sostieni anche le pressioni dei malintenzionati che ronzano intorno alle casse della città".

Da parte del ministro c’è, quindi, la forte volontà di sostenere la ricandidatura della Raggi e di altri amministratori pentastellati nonostante abbiano già effettuato i due mandati, il massimo previsto dal regolamento 5s. Proprio per dare la possibilità a chi ha raggiunto questo limite è necessario cambiare le regole. Per questo Di Maio afferma che voterà sì perché "credo che sia giusto. Perché il MoVimento si evolve e mai come in questo momento sta prendendo coscienza del fatto che perdere persone che abbiano maturato una tale esperienza come Virginia sarebbe suicida. Meglio tardi che mai".

"Quindi- ha sottolineato- io voterò sì per dare la possibilità a un nostro sindaco di continuare a portare avanti l'esperienza già maturata nella propria città. Significa dare continuità a un lavoro, significa non lasciare tutto in sospeso, significa non dover ricominciare ogni volta da capo".

L’ex capo politico ha ammesso che il Movimento oggi è divenuto forza di governo che ha "abolito i vitalizi, introdotto la prima vera legge contro la corruzione, il 20 e il 21 settembre porteremo gli italiani a tagliare il numero dei parlamentari”. Per Di Maio “senza il M5S al governo tutto questo non sarebbe mai successo. E se vogliamo continuare a cambiare le cose, dobbiamo prenderne contezza. La scelta è una: continuare a combattere per provare a cambiare il Paese o restare a guardare?".

Questa scelta si lega anche al secondo quesito in cui gli iscritti sono chiamati a sbloccare, per le elezioni comunali, la possibilità di siglare alleanze con altre forze politiche. "Ho fiducia nei nostri gruppi comunali. Ci sono 5 comuni che hanno deciso di fare delle coalizioni a livello territoriale insieme ad altre liste civiche. Con candidati terzi che siano ampiamente rappresentativi del programma che hanno sottoscritto, un programma in cui naturalmente ci sono le nostre 5 Stelle, i nostri principi, i nostri valori. Niente di più e niente di meno di quello che abbiamo già fatto al Governo centrale".

Il ministro degli Esteri ha poi rivendicato il suo ruolo nei due governi Conte: "Ho partecipato io in prima persona alla formazione di due governi, sono pronto a testimoniare con i fatti che il MoVimento 5 Stelle senza molta ma molta elasticità e contro molta ma molta rigidità, non avrebbe mai portato Giuseppe Conte alla presidenza del Consiglio".

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