La risposta migliore all'attacco pretestuoso sferrato da Repubblica alla Meloni l'ha data la stessa leader di Fdi. "La propaganda di demonizzazione contro di noi - perdurata nel corso di tutta la campagna elettorale - ha inasprito gli animi e diviso gli italiani. Noi lavoreremo per unirli, perché questo non è il tempo di polemiche strumentali o di divisioni, ma quello della responsabilità. Il nostro obiettivo al governo sarà quello di rappresentare e difendere gli interessi e i diritti di tutti i cittadini".
Unità e responsabilità. Due parole chiave che danno subito l'idea di come la Meloni voglia affrontare la nuova sfida che la attende. Allargare il campo d'azione, il consenso e l'autorevolezza. Il paradosso attuale è che quelli che prima accusavano il leader di FdI di dividere, di esacerbare gli animi e di mettere in pratica una deriva fascista sono quelli che stanno dividendo, esacerbando gli animi e rasentando la violenza fascista.
Come giudicare altrimenti la vergognosa storia riesumata dal Diario de Mallorca, prontamente ripresa da Repubblica e subitaneamente rilanciata con tanto di commento al vetriolo delirante da Rula Jebreal? La storia è stata già spiegata, ma quello che fa specie è che - nel momento in cui viene pubblicato questo articolo - a esprimere solidarietà nei confronti della Meloni siano state tre persone, di cui due uomini. Parliamo di Calenda ("Una bassezza, il padre non c'entra niente") e Conte ("No al fango sul passato, la combatto sul piano politico").
Alla fine, nel silenzio assordante delle femmine di sinistra e delle femministe, come un fulmine a ciel sereno si sono alzate solo due voci femminili in difesa della Meloni. Si tratta della Cirinnà (Una barbarie. Le persone si valutano per ciò che fanno, scelte politiche, per quello che dicono") e la Boschi ("Incivile attaccare una persona impegnata in politica per ciò che ha fatto o non ha fatto sua padre"). Nessun'altra dem ha osato commentare. Boldrini non pervenuta. Serracchiani non pervenuta. Letta non pervenuto.
E fa un po' sorridere, perché è il solito doppiopesismo e la solita ipocrisia della sinistra che parla di quote rosa, che vuole la parità e la difesa delle donne, ma solo se sono di sinistra. Ma ormai questo è un refrain che si ripete e quasi non stupisce più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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