Macron giura all'Eliseo: "Non secondo mandato. Un nuovo presidente"

Tra le sfide da affrontare la guerra e il clima. Deve guardarsi da una sinistra rinvigorita

Macron giura all'Eliseo: "Non secondo mandato. Un nuovo presidente"

Nessun omaggio sotto l'Arco di Trionfo, nessuna salita sugli Champs. L'insediamento di Emmanuel Macron, che succede a se stesso, è all'insegna della sobrietà. «Agire», parola più pronunciata, «instancabilmente». Il bis-presidente rileva subito la necessità «d'inventare insieme un nuovo metodo» di governo per «riunire e pacificare» affinché la nazione sia «più indipendente». E giura di «lasciare in eredità un pianeta più vivibile e una Francia più forte» alle generazioni a venire. Vaste programme, con un esecutivo in carica e un altro da annunciare.

Tanti, i giovani ieri all'Eliseo. Sul red carpet sfilano macroniani della prima ora, vecchi avversari diventati consiglieri, ministri, prefetti, sportivi, medici, generali e prelati. Ci sono anche gli ex presidenti Hollande e Sarkozy. Tutto è però molto diverso da 5 anni fa, a partire da Macron. Solo 450 ospiti per la cerimonia. Non c'è ancora il governo del «cambiamento» e a «corte» i sorrisi si sprecano, per accaparrarsi un posto nel dream team di cui il presidente ha già tracciato l'ossatura: premier con delega all'Ambiente e due ministri «sul terreno» per pianificazione energetica ed ecologica. Mentre risuona il primo concerto di Händel, il presidente del Consiglio costituzionale Laurent Fabius proclama Macron presidente della République, ricordando i voti con cui ha battuto Marine Le Pen il 24 aprile e «un certo malessere democratico»; la lotta al riscaldamento globale tra le sfide da affrontare, oltre alla guerra in Ucraina e al Covid. Macron, fuori dai denti, risponde alle sollecitazioni sul rispetto della «democrazia» e della «giustizia sociale», evocate dall'ex premier socialista con Victor Hugo: «Siamo servi della legge e schiavi del dovere». Dieci minuti bastano al leader per delineare lo spirito con cui intende presiedere la Francia fino al 2027. «Non è un secondo mandato, il nuovo popolo ha eletto un nuovo presidente». «Devo esserne all'altezza». «Consapevole» della gravità dei tempi, Macron cita la guerra: «Agire, fermare la violenza, i valori democratici devono prevalere». Poi pandemia ed emergenza ambientale. «Raramente il mondo e il nostro Paese si sono trovati una tale combinazione di sfide, ma nei momenti più difficili la Francia rivela il meglio di sé». Il rito repubblicano per eccellenza si trasforma in una parata-specchio di quel che sarà il Quinquennato per «un progetto repubblicano ed europeo». Domani Macron sarà a Strasburgo, poi la visita a Berlino dal cancelliere Scholz. «Tracciare insieme una strada», insiste. E per insieme, intende destra-centro-sinistra, società civile, enarchi e stavolta anche «parti sociali». Occorre «avere il coraggio di guardare in faccia la realtà più che affidarci alle chimere», tuona Macron, «il secolo sta cambiando». Superata Le Pen, gli tocca ora guardarsi dalla gauche rinvigorita da un'alleanza Brancaleone che ieri ha convocato le truppe alla periferia di Parigi.

A Aubervilliers c'è la Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale, il carrozzone guidato da Jean-Luc Mélenchon, fresco di accordo per le legislative del 12 e 19 giugno. L'annuncio del Líder Máximo: candidati «Nupes» in tutte le circoscrizioni e programma comune per la prima volta in 25 anni, «una generazione».

Il tribuno Mélenchon vuole «scrivere una pagina di storia» con «un atto di resistenza collettiva». «Abbiamo un presidente senza mandato». E punta alla coabitazione imponendo l'agenda: «Come fece Jospin con Chirac nel '97, approvando le 35 ore».

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