Maggioni indagata, la Rai trema Nel mirino rimborsi e appalti

Contestati alla presidente i viaggi per presentare il suo libro. L'imbarazzo di viale Mazzini: «Si chiarirà tutto»

Maggioni indagata, la Rai trema Nel mirino rimborsi e appalti

L a misura precisa del guaio che investe la Rai poco prima dell'ora di pranzo la dà la reazione della Rai stessa. Monica Maggioni, presidente della tv pubblica è indagata per peculato e abuso d'ufficio dalla Procura di Roma, reati risalenti all'epoca in cui dirigeva Rainews: questa è la sostanza. Dagli uffici di viale Mazzini l'unica replica che arriva è che l'iscrizione della Maggioni nel registro degli indagati è una «iscrizione tecnica»: espressione priva di qualunque significato giuridico, alla quale la Rai accompagna la previsione che «ragionevolmente si arriverà in tempi brevi al definitivo chiarimento della vicenda».

Al centro dell'inchiesta della Procura di Roma ci sono i viaggi a spese della Rai che la Maggioni fece qua e là per l'Italia per presentare un suo libro, e i contratti senza gara affidati a tre società per fornire «servizi di supporto redazionale» a Rainews. Entrambe le circostanze vennero denunciate dal sito «Rai bene comune». Nell'ottobre scorso, il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo ha mandato la Guardia di finanza a sequestrare in viale Mazzini i documenti relativi tanto ai viaggi della Maggioni che agli appalti concessi a tu per tu alle società Omninecs, Pro-Nectis e Wedot. Per cinque mesi Ielo ha studiato le carte, poi ha deciso di passare alla fase 2, iscrivendo la Maggioni nel registro degli indagati e invitandola a trovarsi un difensore. Non sembra il sintomo di una archiviazione imminente.

La Rai fa presente che sugli stessi temi si è già pronunciata l'Autorità nazionale anticorruzione, archiviando le accuse. Vero. Nella seduta del 21 febbraio l'Anac ha affrontato sia la faccenda degli appalti che i viaggi della Maggioni. Per i primi è risultato accertato che tra il 2014 e il 2015 una serie di lavori precedentemente svolti da Rainet sono stati girati all'esterno con affidamento diretto: ma successivamente si è provveduto alla gara, e questo per l'Anac è risultato sufficiente. Per i viaggi, la delibera Anac riconosce che spesso la Maggioni non ha presentato la richiesta di rimborso e che in diverse occasioni i suoi eventi di promozione del suo libro Terrore mediatico coincidevano con missioni di servizio per la Rai.

Si tratta di dettagli che però conosce bene anche la Procura della Repubblica, che in ottobre sequestrò anche il carteggio tra Rai e Anac: e che non hanno dissuaso il pm Ielo dall'iscrivere il fascicolo a carico di Monica Maggioni. D'altronde che i lavori per Rainews siano stati messi a gara pubblica in un secondo momento potrebbe costituire per la Procura la conferma che una gara andava fatta, e che il reato di abuso d'ufficio si è perfezionato nel momento in cui le tre società hanno beneficiato dell'appalto diretto.

In almeno due occasioni, la Rai ha ammesso che la Maggioni presentò il suo libro viaggiando a spese dell'azienda: sono gli eventi al Salone del Libro di Torino e all'Isspi di Milano. Nel primo caso la giustificazione fornita è che, essendo la Rai stessa «media partner» del Salone, la presenza della Maggioni rientrava nei suoi compiti istituzionali; nel caso del dibattito milanese, l'ufficio legale di viale Mazzini ha richiamato una prassi aziendale.

L'Anac ha accettato queste spiegazioni, come ha preso per buone le rassicurazioni sui servizi celebrativi che Rainews dedicò al Salone del Mobile, l'esposizione seguita dal compagno della Maggioni Dario Curatolo: non furono «servizi su misura», ha stabilito l'Anac, e non ci fu «nessuna pubblicità occulta».

La magistratura penale potrebbe essere di diverso avviso.

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