- Stiamo facendo un po’ finta di nulla, ma la situazione in Campania per Elly Schlein è catastrofica. Non solo perché rischia di perdere pure quelle elezioni, se De Luca si schiera contro il Pd. Ma perché la spaccatura rende palese l’incapacità di un partito di stare insieme nelle scelte importanti. La domanda che giustamente ci poniamo tutti è: come può Elly pensare di unire una coalizione eterogenea che va da Renzi a Bonelli, passando per Conte, quando non riesce nemmeno ad unire il proprio partito?
- La migliore definizione politica di oggi la dà il sindaco di Milano, Beppe Sala, che sta cercando di costruire qualcosa di "centro" (ancora?) partendo dal capoluogo meneghino. "Se vogliamo parlare un pò più seriamente - dice - io credo che Renzi sia infederabile, nel senso che è molto difficile immaginare che si faccia federare e comunque è una cosa che oltre la mia umana capacità". Perfetto.
- La retorica sugli angeli del fango è un classico dei giornali dopo ogni alluvione. Ed è tragicamente noiosa.
- Re Felipe, la regina Letizia e Pedro Sanchez hanno commesso un errore. Comprensibile, sia chiaro, ma mediaticamente tragico. Dovevano sciogliere un dilemma: "Riceveremo più critiche rimanendo chiusi nel palazzo o presentandoci nei luoghi dell’alluvione?". Risposta: in entrambi i casi sarebbe andata male, ma le proteste “a distanza”, quelle di chi accusa le istituzioni di non essersi recate nel luogo del disastro, sarebbero state meno impattanti da un punto di vista mediatico. Invece sono andati lì e si sono presi bastonate, rabbia, palate di fango. Era inevitabile. Perché in certe situazioni dalle istituzioni non ci si aspetta né compassione né abbracci né comprensione: paghiamo le tasse e votiamo affinché chi di dovere realizzi le opere che ci difendano dai possibili disastri e, una volta accaduto, mettano in moto la macchina dei soccorsi nel minor tempo possibile. In Spagna governo e generalità non hanno fatto né l’uno né l’altro. Era logico che la loro passerella sarebbe finita così. Forse Re Felipe avrebbe fatto meglio ad andare da solo.
- Da bambino credo di essere stato innamorato di Margot Sikabonyi (la “Maria” di “Un medico in famiglia”). Bellissima. Però sentirle dire “io scopro che recitare mi viene super facile” ecco, mi pare un po’ esagerato. Diciamo, senza offesa alcuna, che non era esattamente la miglior attrice del cast.
- Un controllore è stato accoltellato su un treno da un egiziano (regolare in Italia) che non voleva pagare il biglietto, al pari della sua amica di origine nordafricana. Sempre oggi, i giudici di Catania hanno negato il trattenimento di un migrante egiziano ritenendo quel Paese non "sicuro". Domanda per gli amici magistrati: ci dovremo tenere anche questo simpatico accoltellatore, oppure l'Egitto è abbastanza sicuro per rimandarlo lì?
- Pare che Trump e Harris stiano dando la “caccia” ai voti di ebrei e arabi. Mi chiedo con quale faccia Kamala si proponga come paciere per le guerre in Medio Oriente. Voglio dire: era o non era lei la vicepresidente degli Stati Uniti d’America mentre il 7 ottobre Hamas massacrava gli israeliani e mentre Tel Aviv bombardava Gaza? Non stiamo parlando di geopolitica, lasciate perdere tutto. Osserviamo la comunicazione al tempo delle elezioni Usa. I nostri media si sono dimenticati in questi mesi di far notare che Kamala può fare tutti i video “pro Gaza” di questo mondo, promettendo di mettere fine alle sofferenze dei palestinesi e di riportare a casa gli ostaggi israeliani, ma la verità è che dal suo ufficio alla Casa Bianca in un anno è riuscita insieme a Biden nel difficile compito di scontentare sia Israele (sostegno sì, ma non troppo) che gli arabi (non hanno bloccato Netanyahu). “Non resterò in silenzio su Gaza”, spiega nei suoi video. Ma non adoperarsi ora che il potere per farlo lo aveva già? Con un po’ di onestà intellettuale, limitandoci al solo caso mediorientale, dovremmo dire che forse Trump non sarà in grado di fermare la guerra e se eletto farà un gran casino; ma di sicuro Kamala e Biden, deboli e incerti, quel disastro l’hanno già realizzato. E non sono riusciti minimamente a fermare né le sofferenze degli israeliani, bombardati da ogni dove; né quelle dei palestinesi. O no?
- Al netto del caso Sangiuliano, che ha infiammato l’attenzione degli italiani più per questioni di gossip che di Cultura, mi spiegate perché dedicare così tanta attenzione ai direttori dei musei rimossi da Alessandro Giuli, ai film non rifinanziati, alle beghe interne al Maxxi eccetera eccetera? Ai lettori non frega un fico secco. Agli elettori men che meno. La verità è che il circoletto buono della Cultura italiana gode di buona stampa e la buona stampa si occupa di loro. Anche se mediatamente non contano un corno.
- Ps: i direttori dei musei non sono stati “licenziati in tronco”. Semplicemente il loro contratto è scaduto e legittimimanete il nuovo ministro ha deciso di non rinnovarli. Dove sarebbe lo scandalo?
- Visto il servizio sulla sorella di Giuli messo in campo da Report. Il mischione è incredibile, la pistola fumante manca. E poi mi spiegate perché i “Pro Vita” dovrebbero essere considerati “fondamentalisti” e va precluso loro l’accesso ai consultori? Fondamentalisti allora sono anche gli attivisti dei gruppi Lgbt, come Arcigay, o le femministe dure e pure, come Non una di meno. Andrebbe impedito anche a loro di aver a che fare con argomenti spinosi come aborto, maternità surrogata e similari. No?
- In altri tempi, il racconto di Lorenzo Cremonesi da Kiev avrebbe avuto tutt'altro risalto. Ma ormai l'Ucraina conta poco, almeno fino alle elezioni americane e finché il Medio Oriente ci terrà impegnati coi suoi colpi di scena drammatici. Tuttavia le cronache dicono che le truppe di Zelensky stanno perdendo territorio. Che non riescono a rigenerare i battaglioni. Che indietreggiano nel Kursk (alla faccia della straordinaria disfatta russa) e rischiano di perdere tutto il Donbass. Toccante la testimonianza di un soldato che ha perso una gamba su una mina: "Sarà necessario arrivare ad un accordo, anche a costo di dolorose cessioni territoriali".
- La delicatezza con cui i giornali trattano il caso dei due omosessuali andati in Argentina ad affittare uteri è meravigliosa. E sono ironico. Tutti a sottolineare che non hanno commesso alcun reato e che non sono indagati loro, bensì una presunta rete criminale che sfrutta le donne vulnerabili e in difficoltà per trovare madri disposte alla gestazione per altri. Pare che questa povera ragazza abbia preso pure meno soldi (5mila dollari) di quanti promessi. Il punto non è il reato o meno dei due italiani. Ma l'orrore del fatto che questi signori siano andati in Argentina e si siano affidati ad una organizzazione che a fronte di un prezzo stracciato ha trovato loro una incubatrice disperata. È questo il vero lato oscuro dell'utero in affitto: potete raccontarci della gestazione volontaria, dell'assenza di pagamenti, di un mondo dorato, ma è solo propaganda. Quello che resta, in verità, è lo sfruttamento di una giovane madre in difficoltà costretta dalla necessità a prestare il proprio utero a ricchi signori occidentali.
- Interessante frase di Federico Rampini sui liberal americani: "L'unico razzismo sdoganato dall'élite progressista" è contro gli elettori di Trump. Quanto è vero.
- Comunque la notizia di ieri con chi
Repubblica avrebbe dovuto aprire il giornale era questa: 'Landini: "Meloni convochi i vertici di Stellantis'". Rep non ha tagliato la dichiarazione, ma l'ha ben nascosta per non infastidire Elkann. Ah, la libertà di stampa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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