C'è un complicatissimo puzzle internazionale dietro la crisi del grano che, da settimane, sta tenendo in scacco l'economia mondiale: in appena 24 ore il dossier del grano ucraino può registrare una possibile svolta. Oggi dovrebbe partire dai porti sul mar Nero la prima di 16 navi, mentre ieri è stato ucciso il principale oligarca del grano ucraino, morto sotto i colpi dell'artiglieria russa a Mykolaiv. Una concomitanza di fatti che non passa inosservata, anche perché si incornicia nelle strategie dei big players impegnati a usare pane ed energia come nuove clave geopolitiche.
Oleksiy Vadatursky, fondatore e proprietario dell'azienda agricola Nibulon oltre che vicepresidente dell'Associazione ucraina del grano, e sua moglie, sono stati uccisi nella loro casa: si tratta di uno dei più ricchi uomini ucraini con un patrimonio stimato in 408 milioni di dollari. L'attacco sferrato a Mykolaiv è stato probabilmente il più potente dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Nibulon è specializzata nella produzione ed esportazione di grano, orzo e mais, e dispone di una propria flotta e anche di un cantiere navale. Secondo il presidente Volodymyr Zelenskyy la morte di Vadatursky è «una grande perdita per tutta l'Ucraina», anche perché il businessman aveva progettato un innovativo sistema di produzione e commercializzazione tramite una rete di terminal di trasbordo e ascensori.
Zelensky ha aggiunto che il Paese potrebbe raccogliere solo la metà della sua normale quantità di grano quest'anno a causa dell'invasione. «Il nostro obiettivo principale - ha scritto su Twitter è prevenire la crisi alimentare globale causata dall'invasione russa». Il punto è come. Una finestra pare si sia aperta sul fronte turco: era stato lo stesso Zelenskyy due giorni fa a osservare che Kiev era pronta per iniziare a esportare grano nell'ambito di un piano guidato dalle Nazioni Unite, volto a liberare i porti bloccati del Mar Nero e ad alleviare la carenza di cibo globale.
Ieri lo speaker del governo turco, Ibrahim Kalin, aveva assicurato che c'è un'alta possibilità che la prima nave lasci il porto oggi, nell'ambito dell'accordo Mosca-Kiev-Ankara, sotto la supervisione Onu che prevede una carovana composta da 16 navi che dovrebbe raggiungere dopodomani le acque turche. Passaggio ribadito anche dal ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, che ha assicurato all'omologo ucraino, Oleksiy Reznikov, la fine dei preparativi tecnici per la spedizione della prima nave.
La rotta prevede Istanbul come prima fermata e Somalia come ultima destinazione. La carovana sarà protetta da una fitta rete di controlli effettuati con droni e satelliti, al fine di evitare possibili attacchi o cambi di destinazione: infatti le navi che spegneranno il segnale Gps o non forniranno informazioni trasparenti sulla loro destinazione non potranno entrare nelle acque turche. La misura si è resa necessaria dopo che si sono moltiplicate le voci su carichi di grano ucraino rubati a Kiev e spediti alla volta delle cosiddette democrazie del pane, come Libano e Libia, foraggiando così gli introiti dei contrabbandieri.
Ma non è tutto, perché la questione registra altri due fatti. Intanto una nave battente bandiera siriana con un carico di grano è stata bloccata sabato scorso in Libano su richiesta dell'ambasciata ucraina secondo cui a bordo ci sarebbe grano ucraino trafugato dalla Russia. La compagnia di navigazione appartiene a un cittadino turco e il grano a un commerciante siriano, che avrebbe dovuto esportarlo in Libano e in Siria.
In secondo luogo la Turchia, che si è distinta nelle ultime settimane per un iper attivismo diplomatico internazionale, vorrebbe sfruttare questo nuovo status di facilitatore del grano per incassare un dividendo alla voce energia: pare stia preparando una missione a caccia di gas nelle acque dell'Egeo a un passo da confine con la Grecia. Per questa ragione il ministero della Difesa di Atene ha annullato vacanze e permessi per avere tutti i militari a disposizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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