I Fratelli musulmani, che incarnano l'Islam politico ed in armi in Siria e Libia o fuorilegge in Egitto stravincono dietro le quinte delle moschee che sorgeranno a Milano. Su tre luoghi di culto i due concessi, per ora provvisoriamente, ai musulmani saranno finanziati e costruiti da gruppi che fanno parte del Caim, il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, Monza e Brianza. Per l'ex Palasharp l'ha spuntata l'Associazione islamica di via Padova 366, ma nel progetto sono coinvolti anche i turchi della Milli Gorus, i Fratelli musulmani di Ankara con mezzo milione di seguaci in Europa. Come conferma il consigliere comunale Matteo Forte. Diversi esponenti del Milli Gorus in Germania sono stati indagati per finanziamento al terrorismo, poi prosciolti, ma considerati dalle autorità tedesche fucina di radicali. I minareti di via Esterle sorgeranno grazie all'Associazione culturale e sociale del Bangladesh. Uno dei leader è Abu Hanif Patwery, che difende i capi della Jamaat e Islami (movimento islamico fuorilegge) condannati a Dacca per crimini contro l'umanità.
«Il fatto che per entrambi i siti siano coinvolte associazioni quanto meno ideologicamente vicine ai Fratelli musulmani è preoccupante considerata la posizione dell'organizzazione islamista a livello internazionale» spiega Giovanni Giacalone analista del fenomeno jihadista. Il terzo sito è andato agli islamici di Segrate, che però hanno ottenuto un punteggio minore e dovranno lasciarlo agli evangelici. Milano ha previsto solo due luoghi di culto ufficiali per i musulmani. L'aspetto paradossale è che dalla partita delle moschee sono rimasti esclusi i «moderati» e più disponibili al dialogo inter religioso come la Casa della cultura islamica. I vincitori, dietro le quinte, sono i Fratelli musulmani legati al Caim, nonostante le smentite ufficiali. La Fratellanza combatte in Siria armi in pugno contro il regime di Assad, in Libia ispira il governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale e in Egitto è fuorilegge.
I turchi del Milli Gorus sarebbero nella cordata della moschea dell'ex Palasharp. L'investimento si aggirerebbe sui 10 milioni di euro. I soldi arriveranno da enti pubblici, fondazioni private, anche dall'estero a cominciare dalla Turchia, il Qatar, che continua a finanziare i gruppi oltranzisti in Siria ed in Kuwait. La costola tedesca del Milli Gorus, la più forte in Europa, era finita sotto inchiesta per truffa, riciclaggio di denaro e finanziamento di gruppi terroristici. Nel 2010 le accuse sono cadute, ma un anno dopo l'Ufficio per la protezione della costituzione individuava 37.470 radicali. La maggioranza faceva parte del turco Milli Gorus, che in Italia dovrebbe contribuire a far sorgere la principale moschea di Milano.
I bengalesi manifestano a Milano a favore dei «fratelli» giustiziati o in carcere a Dacca. Patwery, uno dei loro leader ha difeso in Rete Delwar Hossain Sayeedi, vicepresidente del Jamaat e Islami condannato all'ergastolo per crimini contro l'umanità durante la secessione dal Pakistan del 1971. E definito «eroe» Abdul Quader Molla, altro leader islamico, giustiziato per gli stessi crimini. Il gruppo islamico del Bangladesh, vincitore della gara per la seconda moschea, ha un contenzioso aperto con il Comune per un sottoscala adibito a luogo di preghiera, che potrebbe escluderlo. Il Caim è dominante nella partita delle moschee. Nonostante le smentite i collegamenti con i Fratelli musulmani sono evidenti. I Giovani musulmani d'Italia, che aderiscono al Caim, fanno parte di due ombrelli islamici internazionali che rappresentano la Fratellanza in Europa. Il responsabile della raccolta fondi e comunicazione è Yassine Baradai ex direttore dell'organizzazione non governativa Islamic relief Italia. La costola di una rete internazionale che ha avuto come dirigenti personaggi di spicco della Fratellanza come Ibrahim El-Zayyat, Essam el-Haddad e Ahmed al-Rawi.
Omar Jibril e Ahmed Abdel Aziz, nell'organigramma del Caim, hanno aderito al Comitato nazionale libertà e democrazia per l'Egitto. Associazione milanese molto attiva contro i militari al potere al Cairo e a favore del presidente deposto Mohammed Morsi dei Fratelli musulmani. I suoi seguaci in Egitto stanno organizzando la lotta armata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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