"Margine limitato, dovrà adattarsi". Anche Fitch avverte la Meloni

Dopo Moody's, anche Ficth entra nel dibattito politico italiano e ammonisce il prossimo governo: "Spazio limitato per le modifiche al Pnrr, improbabile che Ue mostri flessibilità"

"Margine limitato, dovrà adattarsi". Anche Fitch avverte la Meloni

Niente forzature con Bruxelles sulle modifiche al Pnrr. Diversamente, i mercati potrebbero reagire male. Tradotto: attenzione a cosa fate. L'avvertimento a Giorgia Meloni e al prossimo governo di centrodestra è arrivato ancora una volta da una agenzia di rating. Dopo i moniti avanzati ieri Moody's, oggi a entrare in medias res nelle discussioni sui futuri scenari politici nostrani è stata Ficth. Anche stavolta con parole destinate a informare chi, tra gli addetti ai lavori, ha orecchie per intendere.

L'avvertimento di Fitch

In una analisi sullo scenario post-voto, l'agenzia internazionale ha di fatto avvisato l'Italia sui rischi di un possibile aumento del deficit, auspicando piuttosto una crescita "sostenibile". In particolare, secondo Fitch il prossimo governo tricolore "erediterà una situazione fiscale più forte del previsto, ma il rilancio della crescita, anche attraverso l'efficace dispiegamento dei fondi NextGenerationEU (NGEU), rimane fondamentale per una riduzione duratura del debito". Secondo l'agenzia di rating, peraltro, c'è "uno spazio limitato per modifiche al piano di ripresa e resilienza" in un eventuale confronto con l'Europa. E qui, ecco la valutazione nemmeno troppo criptica: "l'approccio del prossimo governo a qualsiasi potenziale rinegoziazione sarà importante sia per la crescita che per il sentiment del mercato". Considerazioni arrivate peraltro proprio dopo che la leader di Fratelli d'Italia aveva lamentato ritardi sul Pnrr da parte del governo Draghi.

Il nuovo governo "dovrà adattarsi"

L'avviso ai naviganti, senza il bisogno di particolari interpretazioni, appare dunque il seguente: massima prudenza sulle mosse "fuori programma" o si rischiano fibrillazioni finanziarie. Fitch ha peraltro ricordato come il nuovo governo dovrà "adattarsi a tassi di interesse più elevati e a prospettive di crescita più deboli per via della crisi energetica", prevedendo un calo del Pil reale nel 2023 a -0,7%. Da qui - prosegue l'agenzia nella sua analisi - "il rischio che l'annuncio di disavanzi più elevati possa innescare una reazione avversa del mercato". Morale della favola, secondo la stessa Ficth: "il margine di manovra fiscale sarà molto limitato", se il nuovo governo sceglierà di diminuire il rapporto debito/Pil.

Altri vincoli di bilancio da considerare sono poi quelli legati ai rapporti con la Commissione Europea e la Bce. Al riguardo, nel caso di "un approccio più conflittuale nei confronti delle istituzioni dell'Ue e della zona euro rispetto al precedente governo", Fitch osserva come si punterebbe comunque a "evitare di aumentare i costi di finanziamento mettendo in dubbio l'ammissibilità dell'Italia" al Tpi, ovvero lo scudo anti-spread varato dalla Banca centrale europea. Tutte valutazioni fatte ben prima che il nuovo esecutivo assuma le redini del Paese e che per questo sembrano più di una semplice osservazione.

La possibile reazione Ue

Peraltro, nel report dell'agenzia vengono anche citati Giorgia Meloni e altri esponenti della maggioranza che "hanno espresso il desiderio di rinegoziare parti del Pnrr, ma non hanno specificato quali".

Fitch definisce però "improbabile che la Commissione europea dimostri molta flessibilità sulle riforme strutturali". E ciò, conclude la società internazionale di rating, significa che "c'è un percorso stretto per la rinegoziazione del Piano, con il rischio di un confronto che porterebbe solo a piccoli cambiamenti".

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