Maroni è scomodo, via alla giustizia a orologeria

MilanoNei giorni delle polemiche sui profughi e degli scontri con il governo sul tema dell'immigrazione, ecco pagine e pagine di «ciao splendore», «ci vediamo in camera», eccetera: incursione per via giudiziaria nei rapporti di lavoro e d'affetto tra Roberto Maroni e una giovane signora del suo staff. Ma nelle carte depositate dalla Procura di Milano a chiusura delle indagini sul presidente della Regione Lombardia c'è anche qualcosa di decisamente più pesante. È il verbale di Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, interrogato in tutt'altro filone, quello sui presunti finanziamenti in nero al Carroccio; il verbale di una inchiesta finita in nulla, archiviata su richiesta dello stesso pm, e che però viene reso di pubblico dominio in un contesto in cui è difficile cogliere la sua rilevanza.

Dichiara Francesco Belsito al pm Eugenio Fusco, allora a Busto Arsizio: «Non sono arrivate alla Lega ufficialmente somme in nero provenienti dal gruppo Agusta Westland Non posso tuttavia escludere che ci siano stati movimenti di denaro irregolari. Anzi io l'ho sospettato e ho reso partecipi dei miei sospetti vari esponenti della Lega (...) Enrica Pinetti che è una mia amica aveva appreso da un esponente del governo libico succeduto al regime di Gheddafi di un viaggio aereo dalla Libia in Italia nel corso del quale vi era stata la consegna di ingente denaro a funzionari italiani per commesse in corso di esecuzione in Libia. Secondo la Pinetti su quell'aereo - era un volo di Stato - via Maroni con la Votino e l'ambasciatore libico in Italia Gaddur, unitamente a un uomo dei servizi segreti italiani di cui non mi fu detto il nome». E visto che c'è, Belsito torna a raccontare un dettaglio già circolato sui giornali, «mi rivolsi a un investigatore privato Angelo Vila che fece delle scoperte significative (....) Maroni ha in uso una barca, un catamarano di rilevante valore, intestato a un amico che suona nel suo complesso».

Accuse pesanti, ma rimaste senza riscontro. E che nel fascicolo contro Maroni finiscono accanto alla miriade di sms e telefonate che spiano nel rapporto tra il governatore e Maria Grazia Paturzo, funzionaria di Expo. Dimostrare il rapporto tra i due serve al pm a sostenere l'accusa a Maroni di avere cercato di portare la Paturzo a Tokio a spese di Expo. Ma forse ne bastavano di meno. Invece: Maroni a Paturzo, «Ciao bella. ci vediamo alle 17 in regione? E poi io e te stasera da soli, se vuoi. baci everywhere»; Paturzo a Maroni, «per il 2014 ti auguro ti auguro il giro del mondo più bello del mondo: il Wet (World expo tour)», Maroni risponde «Voglio fare il Mgt (Maria Grazia tour), questo sì»; Paturzo a Maroni, giovedì mattina posso prenotarti una mega super colazione a domicilio? Garantisco croissant al cioccolato e coccole». Maroni a Paturzo, «ci vediamo alle 15, preferisci in Regione o direttamente a casa tua?».

E via di questo passo.

Senza risparmiare neanche la furia di Isabella Votino, portavoce di Maroni, per la presenza della Paturzo e non solo: «Saluti, regali, immagino dico saluti, regali alle tue fidanzate, ne hai diverse quindi ci avrai messo un po' per salutarle tutte».

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