Dopo averlo annunciato domenica, Maurizio Martina mantiene la parola e si dimette da segretario del Partito democratico. "Con questo Forum - aveva detto l'ormai ex segretario - si completa il mio mandato ricevuto dall'Assemblea nazionale a luglio. Nei prossimi giorni con la segretaria nazionale concluderemo questa fase perché mandato da luglio era questo - ha continuato l'esponente del Pd - costruire un percorso dove raccogliere idee per una prospettiva e preparare il Pd a nuova battaglia. Chiedo alla presidenza di riconvocare l'assembla in tempi giusti, l'11 novembre è una data buona per essere conseguenti a una nuova fase".
Si apre così la corsa alla segreteria. Matteo Richetti, Nicola Zingaretti e l'ex ministro Marco Minniti sono ora in pole position. Con molti ma. Già, perché la situazione del Pd non è, per usare un eufemismo, delle più rosee. La batosta elettorale ha segnato un duro colpo per i dem. Una fase calante iniziata con il referendum costituzionale del 4 dicembre del 2016. Quello che, almeno sulla carta, doveva sancire l'uscita di Renzi dalla politica.
Nella sua lettera di dimissioni, Martina ha scritto: "Caro Presidente, dopo il nostro Forum nazionale tenuto a Milano il 27 e 28 ottobre scorsi ritengo assolto il mandato affidatomi dall'Assemblea nazionale il 7 luglio scorso quando, eleggendomi, indicava per la mia Segreteria una serie di obiettivi utili alla ripartenza del PD dopo la sconfitta elettorale di marzo.
Faccio quindi seguito agli impegni presi, dimettendomi dall'incarico di Segretario e chiedendoti di poter convocare a breve l'Assemblea stessa per gli adempimenti conseguenti. Fino a quel momento garantirò ovviamente per la mia parte un ordinato lavoro di tenuta in attesa delle nuove deliberazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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