I giudici del Tribunale per i minori, fortemente decisi a tergiversare, hanno scelto un compromesso che lascia perplessi: hanno concesso a Martina Levato, condannata a 14 anni di reclusione per avere sfregiato (complice il fidanzato) un giovane di 20 anni, di vedere il bambino, Achille, partorito in stato di detenzione il 15 agosto, una volta al giorno, ma non di allattarlo. Fino a quando? Non si sa.
È noto, invece, che intanto è scattata la procedura per rendere il piccolo adottabile. Il che significa: quando essa giungerà al termine, Achille sarà affidato probabilmente a una famiglia. Ciò complica la faccenda.
Ricapitoliamo. Martina ha facoltà di tenere in braccio suo figlio alcune ore al dì (quante? non è precisato) in una struttura, l'Icam, istituto per detenute madri con prole. Frattanto, bisogna aspettare che la burocrazia giudiziaria esaurisca le pratiche di adottabilità. Poi? Buio pesto.
Siamo autorizzati soltanto a formulare ipotesi. Tra alcuni mesi (speriamo non siano anni) il bebè sarà adottato e, di conseguenza, strappato alla madre che nelle more si sarà affezionata a lui, e lui a lei. Un disastro. Una volta che il piccino avrà genitori adottivi, addio mamma. La quale non avrà facoltà di affiancarsi a essi, anche perché carcerata.
Che senso ha simile situazione contorta? Sarebbe stato opportuno che il tribunale accogliesse le richieste della pm Annamaria Fiorillo, le cui proposte erano lineari e logiche: togliere Achille a Martina, definitivamente, in quanto la donna non dà garanzie di poterlo allevare adeguatamente (il delitto che ha commesso ne è la prova), consegnarlo a una coppia in grado di assolvere ai doveri genitoriali e chiudere la vicenda in maniera che il neonato non subisse traumi e diventasse grande prima di venire a conoscenza della sua provenienza.
Niente di ciò.
I giudici, forse influenzati dalle polemiche suscitate dal caso, hanno mediato, col risultato di aver combinato un pasticcio, a nostro modesto parere. La storia comunque non è chiusa. Ne vedremo - si fa per dire - delle belle. Achille patirà le conseguenze di tanti errori.
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