Mattarella avverte l'Europa: sui migranti deve fare di più

Il presidente in Algeria: "Sradicare la povertà dai Paesi da cui provengono gli irregolari". E Salvini si accoda

Mattarella avverte l'Europa: sui migranti deve fare di più

Soldi, opere pubbliche, intelligence. Soldi, soprattutto, e in fretta. Insomma, basta chiacchiere, sui migranti «l'Europa deve fare di più», dice Sergio Mattarella. «L'Italia spinge la Ue a intensificare i rapporti con il Mediterraneo e a contribuire allo sradicamento della povertà e allo sviluppo dei Paesi da cui provengono i flussi irregolari». E stavolta pure Matteo Salvini si trova d'accordo: «Il capo dello Stato ha ragione. Quando ero ministro dell'Interno ho dimostrato che ridurre morti e sbarchi è possibile».

Mattarella è ad Algeri in visita ufficiale e quello dell'immigrazione è uno dei temi dominanti dell'incontro con Abdelmadjid Tebboune, nel palazzo presidenziale El Mouradia. «È nostra convinzione - spiega il presidente italiano - che il futuro di Africa e Europa debba essere comune e che la collaborazione con gli Stati del Nord Africa, a partire dall'Algeria, sia fondamentale». Bruxelles però deve sbrigarsi, qui non è più una questione di confini da sorvegliare, muri da costruire, mari da pattugliare, quote da ripartire. La bomba demografica e sociale sta per esplodere e ci coinvolgerà comunque. «La lotta contro i trafficanti richiede l'impegno di tutti sullo stesso fronte. Senza una volontà comune di governare questa tragedia - dice al quotidiano El Moudjahid - le ragioni umanitarie e dello stato di diritto scompariranno. Le giovani generazioni africane hanno il diritto di partecipare alla crescita del proprio territorio». Di poter lavorare a casa, senza scappare.

Serve urgentemente un cambio di passo, di prospettiva politica. «L'Italia e l'Unione sono pronte ad agire per un cambiamento reale, efficace è reciprocamente vantaggioso, anche contribuendo finanziariamente» alla eliminazione della povertà e «al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile» dei Paesi da dove partono i barconi. Un documento della Ue «approvato ad aprile va in quella direzione», ora si tratta di stringere e progettare «una nuova forma di partenariato tra Europa e Africa».

E in questo quadro, aggiunge Mattarella, «il felice rapporto tra Roma e Algeri può essere di ispirazione». Una lunga storia di buon vicinato dai tempi dell'Eni e di relazioni economiche felici in diversi settori, anche se non sempre le idee e le visioni del mondo coincidono. «Una collaborazione aperta, efficace, sincera - dice a La Liberte - dove le posizioni sono talvolta distanti, ma rispettose e costruttive. Intendiamo intensificare il dialogo attraverso il quarto vertice intergovernativo». Tebboune preferisce sottolineare i punti di contatto. «I nostri rapporti sono antichi e si sono rafforzati durante la rivoluzione, nel decennio nero l'Italia è stato l'unico Paese che ci è rimasto accanto». Con il presidente Mattarella «intesa completa» su tutti i temi discussi. «Abbiamo parlato della collaborazione economica, puntando sulle piccole e medie imprese italiane, che sono le benvenute. Due ministri sono in Italia a discutere di industria e start-up. Vedo risultati positivi». Pure sulla crisi libica «sintonia totale» e «punti di vista praticamente identici».

Ma la vera partita a questo punto si deve giocare sull'immigrazione.

«Europa e Africa sono chiamate a fare di più - insiste il presidente Mattarella - intensificando la collaborazione».

Lui è ottimista e ad Algeri si sente quasi a casa. «Come italiano ed europeo considero il Mediterraneo una componente dell'identità che ha definito il mio Paese».

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