Matteo stanco copione: adesso rimette sui binari pure l'intercity di Rutelli

Il segretario del Pd parte con il suo tour in treno. Come fece l'allora candidato dell'Ulivo

Matteo stanco copione: adesso rimette sui binari pure l'intercity di Rutelli

In principio fu Francesco Rutelli. Adesso, in barba alla scaramanzia, ci riprova Matteo Renzi. La corsa a Palazzo Chigi del leader del Pd partirà ufficialmente domani mattina alle dieci, quando il suo treno lascerà la stazione di Roma Tiburtina. Un giro di otto settimane attraverso le 107 province italiane, seguendo il poco fortunato esempio dell'ex leader della Margherita, che nel 2001 condusse la campagna elettorale dai vagoni dell'Ulivo express. Silvio Berlusconi, a quei tempi, scelse di girare il Paese in nave. Alla fine i voti di scarto in favore del centrodestra furono più di cinque milioni.
Che il treno parta davvero è già una notizia. La carovana avrebbe dovuto essere in marcia già da quasi un mese. Vari problemi organizzativi hanno fatto slittare l'inizio del tour Destinazione Italia già due volte: all'inizio si parlava del 25 settembre. Poi si è passati al 4 ottobre. Nulla da fare, meglio il 17. Sperando di non incappare in imprevisti dell'ultimo minuto. A catena è stata rinviata anche la conferenza programmatica del partito che si sarebbe dovuta tenere a Napoli attorno alla metà di ottobre. Se ne parlerà a fine mese. Forse.
Il segretario, reduce dalle celebrazioni per il decennale del Pd, per una volta preferisce non correre. Il convoglio andrà in giro soprattutto per le tratte secondarie, fanno sapere dal Nazareno, e può ospitare fino a cento persone. Il treno è lungo 150 metri, ed è composto da cinque carrozze decorate con i paesaggi dell'Italia. Renzi parte per una guerra santa contro «il populismo di destra con Salvini» e «il populismo del Movimento Cinque Stelle». A fare da manovalanza di bordo, per tutta la durata del viaggio, saranno i giovani volontari del partito, sui quali il leader punta in vista del futuro. Il Grand tour di Renzi comincia dai luoghi devastati dai terremoti del centro Italia. Si parte dalla provincia di Rieti, per spostarsi a Viterbo e poi in Umbria, a Perugia, Norcia e Foligno. Il secondo giorno si arriva nelle Marche, ad Arquata e Recanati. Dopo settantadue ore la carovana sarà già in Abruzzo, per poi fare tappa in Molise e da lì dirigersi in Puglia. Verso quel sud nel quale la popolarità del Pd e del suo leader è ai minimi storici.
E dire che era stato proprio Rutelli a sconsigliare le rotaie al suo allievo. «Io userei i piedi», aveva detto l'ex sindaco di Roma in un'intervista rilasciata due settimane fa al Fatto Quotidiano. Sarà anche perché, nel 2001, Corrado Guzzanti fece una celebre imitazione dell'allora candidato premier dell'Ulivo mentre enunciava il programma del centrosinistra agli elettori dal suo vagone, disturbato dal buio delle gallerie.
Renzi non è scaramantico, dunque va in treno. Ma neppure le quattro ruote avrebbero fatto pendere la cabala dal lato dei democratici.

Walter Veltroni e Pier Luigi Bersani si mossero nel solco di Romano Prodi, che nel 1996 aveva trionfato dai sedili del suo autobus Fiat bianco. Il primo, nel 2008, fece su e giù per lo stivale in pullman. Vinse Berlusconi. Stesso mezzo fu scelto cinque anni dopo da Bersani, e per il Pd, se non una sconfitta, fu senza dubbio una non-vittoria.

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