Mdp chiude la porta in faccia al Pd: "Non trattiamo, tempo scaduto"

Dopo il vertice tra i rappresentanti di Mdp, Sinistra italiana e Pd, svoltosi a Montecitorio, sfuma l'ipotesi di un accordo politico prima delle elezioni

Mdp chiude la porta in faccia al Pd: "Non trattiamo, tempo scaduto"

Niente da fare, la sinistra resta divisa. "Non abbiamo dato disponibilità ad una trattativa", ha detto Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Mdp al Senato, al termine dell’incontro con il Pd che si è svolto a Montecitorio. "Il tempo è scaduto. Non c’è margine per un’intesa. Siamo fuori tempo massimo. Faremo una lista unitaria con Mdp-Si-Possibile", hanno spiegato i capigruppo di Sinistra Italiana e Articolo1-Mdp Giulio Marcon e Guerra lasciando l’incontro con il Pd. "Pietro Grasso sarà il nostro leader", ha detto la Marcon.

"A me verrebbe una battuta: c'è la mucca nel corridoio ma qualcuno dice che bisogna vedersi dopo il voto". Il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, usa una battuta in stile Bersani. "Secondo me è un errore - prosegue - e sinceramente penso che di fronte alla disponibilità concreta che abbiamo dimostrato anche oggi con questo confronto, si è risposto con un muro. Noi continuiamo a lavorare per un centrosinistra aperto, plurale, largo, competitivo con destra e M5S".

"Sono rammaricato per la volontà espressa di non proseguire il confronto nonostante la validità delle proposte", ha detto Piero Fassino lasciando l’incontro con la delegazione di Mdp.

"La rottura non si è consumata oggi - scrive sul suo blog Pippo Civati, deputato e segretario di Possibile - ma nel corso di una lunga legislatura, tra presunte riforme del lavoro e della scuola, leggi di riforma costituzionale bocciate dagli elettori, sistemi elettorali offensivi nei modi e nella sostanza, scelte economiche di sapore squisitamente elettorale, politiche ambientali timide o addirittura fossili, innalzamento della soglia del contante, regali fiscali ai più benestanti, Verdini e Nazareni che hanno fatto risorgere la destra.

Non si è consumata ora quella rottura - conclude Civati - ma nel voto degli italiani, nella forte disillusione e nel continuo attaccare la sinistra, che è stata la cifra di tutta la retorica politica di Renzi, di cui il suo ultimo libro è una limpida testimonianza. Una legislatura contro i cittadini e contro la sinistra. Questa è la rottura".

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