"Mediamo...". "Ci siamo...". Poi Letta ha fatto saltare tutto sul ddl Zan

Renzi si difende dalle accuse e rivela come Letta, ad un certo punto, avesse aperto al dialogo. Salvo poi ripensarci

"Mediamo...". "Ci siamo...". Poi Letta ha fatto saltare tutto sul ddl Zan

Il leader d'Italia Viva Matteo Renzi, difendendosi dalle accuse e dai sospetti sull'esito della votazione sul Ddl Zan, ha svelato un retroscena riguardante la fase che ha preceduto il voto in Senato. Ad un certo punto, Enrico Letta si era detto disponibile ad una revisione parziale. Quella che avrebbe permesso al provvedimento di passare, considerate le volontà dei partiti.

"Finite le amministrative - ha fatto sapere l'ex premier in un video postato sulla sua pagina Facebook - Letta domenica è andato da Fazio e mi aveva avvertito" che avrebbe "aperto" sul ddl Zan" e io ho detto 'giusto, noi ci siamo'". Insomma, il segretario del Pd, poco prima dell'appuntamento con l'Aula, sembrava aver cambiato linea, definendosi disponibile ad un accordo, che è poi la strada che Renzi ed Italia Viva, numeri del Senato alla mano, avevano consigliato sin da maggio.

Poi però il colpo di scena: "A quel punto - continua il fondatore d'Iv nel suo intervento - è stato convocato un tavolo di lavoro martedì in Senato, sapendo che la destra aveva strumentalmente messo in votazione la questione pregiudiziale che se approvata avrebbe portato alla fine del ddl Zan e - continua - chi conosce le regole del Senato sapeva questo pericolo e io personalemnte avevo chiamato tutti per avvertire del pericolo", ha svelato, così come ripercorso dall'Adnkronos. Che qualcosa potesse andare storto tra i sostenitori della legge, insomma, era nell'aria. Ma Letta non ha più dato seguito alle sue intenzioni.

La dialettica politica, stando alla versione dell'ex presidente del Consiglio, si interrompe in modo brusco. Perché nel summit convocato a Palazzo Mdama, Dem e pentastellati avrebbero di nuovo avuto una posizione di chiusura: "Ma martedì, alla riunione al Senato Pd e M5s, hanno detto 'questo è il testo, prendere o lasciarè e alla destra hanno detto di ritirare la pregiudiziale: anzichè cercare di dialogare hanno scelto il muro contro muro, con questa scelta suicida hanno ammazzato il ddl Zan".

Le responsabilità del naufragio del Ddl Zan, in sintesi, andrebbero ricercate tra il Pd di Enrico Letta ed il MoVimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Matteo Renzi ha pure rivendicato come il suo partito si sia battuto per il voto palese su un provvedimento che, pallottoliere alla mano, non è stato supportato da una parte della formazione politica che ha sede al nazareno e da un pezzo dei grillini. Le defezioni sono state molte.

E proprio sulle statistiche è intervenuto Renzi quando ha tuonato in questa maniera: "Prendetevi le vostre responsabilità - ha fatto sapere, come riporta l'Agi - : avvete ucciso il ddl Zan. 23 voti di fifferenza vuol dire che ci sono stati almeno 40 franchi tiratori". L'ex presidente del Consiglio, che ha sottolineato di aver firmato la legge per le Unioni civili, ha anche rivelato di essere vittima di minacce di morte: "La politica non è sputare addosso agli altri, non è mandare messaggi come quelli che sto ricevendo, alcuni con minacce di morte. La politica è cercare di trovare delle soluzioni".

Insomma il Ddl Zan sarebbe "fallito" non per responsabilità

d'Italia Viva, che da ieri dice pubblicamente di aver votato in maniera compatta e contro la tagliola proposta dal centrodestra, ma per via della "arroganza" e della "incapacità" del Pd e del MoVimento 5 Stelle.

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