Meloni: "A giorni l'invio di nuove armi"

La premier presto a Kiev e Varsavia. Crosetto: "Con Parigi intesa sullo scudo aereo"

Meloni: "A giorni l'invio di nuove armi"

«Anche l'Italia è pronta all'invio di nuove armi». Dopo i distinguo delle scorse settimane tra i diversi leader occidentali, il presidente americano Joe Biden invita i partner atlantici a un call a cinque per fare il punto sull'Ucraina e, soprattutto, sul sostegno militare a Kiev. Così, oltre all'inquilino della Casa Bianca, nel tardo pomeriggio di ieri si collegano in videoconferenza il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Rishi Sunak e la premier italiana Giorgia Meloni. Un colloquio al termine del quale i cinque confermano «il pieno sostegno dell'Occidente» all'Ucraina, ribadendo l'importanza di «una forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi». A partire dalle forniture militari. E se Biden conferma l'intenzione di inviare i carri armati Abrams e Scholz formalizza la disponibilità a mandare i tank Leopard, Meloni seduta nel suo ufficio di Palazzo Chigi fa sapere che anche l'Italia è pronta a un nuovo invio di armi. In particolare il sofisticato sistema di scudo aereo Samp-t, costruito dal consorzio italo-francese Eurosam, essenziale per la difesa del territorio ucraino, per abbattere sia i missili russi che i droni forniti a Mosca dall'Iran. Non è un caso che Biden ringrazi espressamente l'Italia per «l'invio di artiglieria», insieme agli altri Paesi che ormai da quasi un anno stanno fornendo materiale bellico.

E proprio mentre la call a cinque è in via di conclusione, Guido Crosetto sta illustrando al Copasir il sesto decreto sugli aiuti militari a Kiev, il primo del governo Meloni. Audizione, quella davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, come sempre secretata e nella quale il ministro della Difesa conferma che il decreto arriverà «nei prossimi giorni». Oltre ai missili Aspide, spiega Crosetto, «stiamo definendo con i francesi» l'invio dello scudo Samp-t. L'Italia fornirà una batteria che oggi è utilizzata per l'addestramento (mentre le cinque attualmente in servizio resteranno su suolo italiano), mentre la Francia invierà i missili. Un'interlocuzione, quella tra Roma e Parigi, che proprio partendo dal confronto sullo scudo anti-aereo, si è andata rinsaldando nelle ultime settimane, a fronte delle note tensioni di alcuni mesi fa sulla vicenda migranti. Tanto che Macron ha ufficialmente invitato Meloni all'Eliseo, una visita che a Palazzo Chigi stanno calendarizzando entro la metà di febbraio.

Prima di allora, infatti, la presidente del Consiglio ha in programma una visita a Stoccolma (presidente di turno dell'Ue) e una a Berlino (entrambe dovrebbero essere il 3 febbraio). Mentre nei prossimi giorni sarà in Libia, accompagnata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e da quello dell'Interno, Matteo Piantedosi. Sul tavolo non solo il dossier migranti, ma anche quello energetico (Eni è pronta a un investimento di otto miliardi di dollari in due giacimenti di gas naturale libici, con una produzione potenziale di 850 milioni di piedi cubi di gas al giorno).

Ma a Palazzo Chigi si sta lavorando anche alla trasferta a Kiev, di cui in verità si parla da tempo. Meloni vorrebbe essere nella capitale ucraina prima del 24 febbraio, anniversario dell'invasione russa. E con l'occasione si starebbe valutando anche una visita a Varsavia. Non solo perché il premier polacco Mateusz Morawiecki è un esponente di Diritto e giustizia, partito che insieme a Fratelli d'Italia costituisce l'asse principale del Partito dei Conservatori e riformisti europei, di cui Meloni è presidente dal 2020.

Ma anche perché la Polonia è uno dei Paesi che in questi undici mesi di guerra più si è speso per Kiev. E lo ha fatto, ha ripetuto la premier in diverse occasioni, «caricandosi il peso dei profughi ucraini», tanto che «secondo la Nato potrebbe essere tra le prossime vittime» di Mosca.

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