Meloni lancia l'allarme catasto. "È una mattanza sociale"

Resta divisiva la modifica del registro pensata dal governo Draghi. Forza Italia: al Senato numeri stretti

Meloni lancia l'allarme catasto. "È una mattanza sociale"

La guerra in Ucraina, l'inflazione e la crisi energetica non mettono al riparo il governo Draghi dalla possibilità di cadere. L'esecutivo di unità nazionale non è al sicuro nelle prossime battaglie parlamentari. In agenda, infatti, oltre la prosecuzione della discussione sugli articoli della legge delega sulla riforma del Fisco in Commissione finanze, ci sono la verifica della compattezza delle maggioranza sulla riforma del Codice degli appalti e sul ddl Concorrenza.

Già il primo dei temi, la legge delega sul Fisco, promette notti insonni per l'inquilino di Palazzo Chigi. Il deputato Tommaso Foti di Fratelli d'Italia ha affrontato Draghi ricordandogli, durante il question time di giovedì scorso, che le rassicurazioni del premier sul fatto che la riforma del Catasto non porterà nuove tasse è smentita dalle stesse linee guida imposte dalla Ue che chiede di abbassare le tasse sul lavoro e compensarle con un aumento di quelle su immobili e consumi. «Nei documenti del Governo c'è scritto a chiare lettere che la riforma del catasto andrà ad incidere sulla tassazione della casa», rimarcava ancora ieri su Facebook la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Le rassicurazioni di Mario Draghi - scrive la leader di FdI -, quindi, sono totalmente infondate. L'ennesima mattanza sociale che aggraverà una situazione economica già ai limiti per famiglie ed imprese. Surreale che il Presidente del Consiglio sostenga il contrario».

La riforma fiscale, però, non si chiude soltanto con la questione del catasto. Semmai quest'ultima è la dimostrazione che è difficile all'interno della maggioranza di governo la convivenza tra due sensibilità contrapposte. Le forze di centrodestra che sostengono l'esecutivo hanno già messo paletti precisi per far arrivare la legge delega sul Fisco al voto favorevole. Prima di tutto non deve esserci la spada di Damocle della fiducia e poi deve essere lasciata al Parlamento la possibilità di discutere e di trovare un'adeguata mediazione. Sia la Lega che Forza Italia puntano sull'allargamento del perimetro della flat tax, con rimodulazione dell'Irpef con tre aliquote più leggere, e il superamento dell'Irap.

Se lo scioglimento delle Camere, con elezioni anticipate, è un'ipotesi scongiurata grazie anche alla rielezione di Mattarella al Quirinale, è pur vero che le amministrative sono tra pochi mesi. E i partiti si trovano nella necessità di difendere temi e proposte identitarie.

Se Salvini è pur disposto a soprassedere alla questione del catasto («non è il momento di parlare del catasto o del Mes, non sono l'attualità»), resta però prioritario per la Lega il problema della crisi energetica e si batterà per ottenere aiuti a famiglie e imprese contro il caro-energia. Per gli azzurri, invece, il catasto resta un nervo scoperto. Forza Italia ha tentato fino all'ultimo una mediazione per espungere il tema del catasto dalla delega fiscale. La lotta all'abusivismo e una riforma del censimento catastale, spiegano, è sacrosanta. Ma per essa non serve una legge. Basta un atto amministrativo.

«Così com'è è complicato. Continuiamo a essere contrari all'articolo 6 della legge fiscale sulla riforma del catasto», commentava venerdì scorso Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di Forza Italia.

E la soluzione sarebbe un emendamento propositivo nel quale specificare che la legge «si occupa esclusivamente dei due milioni di immobili non accatastati» e che il censimento venga fatto dall'Agenzia delle entrate. «Comunque, per noi, sul tema bisogna discutere anche in Senato - conclude Cattaneo -: non è un decreto, non si può strozzare il dibattito. In Senato poi i numeri sono più tirati».

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