Meloni: sono pronta. E già questa sera tornerà al Quirinale coi nomi dei ministri. Giuramento domani

Alle 10.30 centrodestra unito al Colle. Tira e molla su chi parlerà all’uscita. Giorgia non farà consultazioni con parti sociali e opposizioni

Meloni: sono pronta. E già questa sera tornerà al Quirinale coi nomi dei ministri. Giuramento domani

I fogli dei diversi dossier sono sparsi sul tavolo, con il telefono che squilla in continuazione. Ma le quattro mura dove Giorgia Meloni decide di chiudersi nelle 48 ore che precedono il «grande» giorno sono le più familiari che conosce. Anche ieri, infatti, la premier in pectore ha disertato i suoi uffici al sesto piano del palazzo dei gruppi parlamentari della Camera, sempre assediati dai giornalisti. Ed ha scelto di rimanere nella sua casa di Mostacciano, alla periferia sud di Roma. Un modo per chiamarsi fuori dalle tensioni delle ultime ore, ma anche la conferma che la leader di Fdi ha ormai ben chiaro l'assetto della futura squadra di governo. Resta qualche casella da sistemare - pare si ragioni ancora sul dicastero della Difesa - ma il quadro complessivo è chiuso.

Certo, resta sullo sfondo la freddezza con Silvio Berlusconi, tanto che ormai alle nove di sera, i due ieri non avevano avuto alcun contatto diretto. Si vedranno questa mattina, quando alle 10.30 il centrodestra - Fdi, Lega, Fi e Noi moderati - si presenterà unito al Quirinale per le consultazioni. Sarà il momento in cui la coalizione uscita vincitrice dalle elezioni formalizzerà il nome della Meloni, dando di fatto il via libera alla nascita del governo. Non senza qualche apprensione, tanto che ancora ieri sera non era chiaro chi avrebbe parlato a favore di telecamere uscendo dall'incontro con Sergio Mattarella. E se nel pomeriggio Maurizio Lupi si diceva convinto che sarebbe stata Meloni a «parlare a nome di tutto il centrodestra», a tarda sera va prendendo quota l'ipotesi di limitarsi ad una nota scritta congiunta.

Quel che è certo, però, è che Meloni è intenzionata a correre. «Siamo pronti a dare all'Italia un governo che affronti con consapevolezza e competenza le urgenze e le sfide del nostro tempo», dice in serata. Con un timing strettissimo. Da quando Mario Draghi avrà lasciato Bruxelles - dove è atterrato ieri per partecipare al Consiglio europeo - ogni ora sarà buona per essere chiamata al Quirinale per ricevere l'incarico. Cosa che dovrebbe quindi avvenire nel tardo pomeriggio di oggi. Con Meloni che vorrebbe chiudere la partita già in serata. O presentandosi in prima battuta con la lista dei ministri oppure tornando al Colle qualche ora dopo per consegnare a Mattarella la composizione della squadra di governo. Comunque in pieno accordo con il Quirinale, che - ovviamente al netto dei necessari adempimenti istituzionali - non ha alcuna obiezione su un eventuale percorso accelerato. Senza, dunque, che, come quasi sempre accade, il premier incaricato tenga le consuete consultazioni (con la maggioranza, ma anche con l'opposizione e le parti sociali). Non a caso, almeno a ieri sera, la Camera non era «allertata» per un sabato di consultazioni (che, essendo Meloni deputata, non potrebbero che tenersi a Montecitorio).

Se oggi tutto andrà come sembra, dunque, già domani - probabilmente nel pomeriggio - ci sarà il giuramento del nuovo governo. Uno scenario che a ieri sera era certamente il più quotato, anche perché le interlocuzioni tra la leader di Fdi e il Colle in queste ore sono state davvero tante (alcune anche dirette) ed è evidente che molti ragionamenti e diversi nodi sono stati già affrontati. Insomma, se stasera Meloni si presenterà da Mattarella con la lista dei ministri, sarà seguendo un percorso di cui il Colle è già stato fatto partecipe.

Una tempistica che permetterebbe a Meloni di fare l'ingresso sulla scena internazionale con un faccia a faccia con il presidente francese Emmanuel Macron. Non per una scelta consapevole, quanto per ragioni di agenda. Tra domenica e lunedì, infatti, l'inquilino dell'Eliseo sarà a Roma per un pranzo con Mattarella e un'udienza con Papa Francesco.

Con un nuovo premier nella pienezza delle sue funzioni, però, le regole della diplomazia vogliono che i due si incontrino. Non è un caso che siano già in corso contatti e che - se il timing di incarico e giuramento sarà rispettato - si sia già ipotizzato un faccia a faccia per lunedì mattina.

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