La memoria corta di Elly sugli utili ai lavoratori. Ora li boccia ma durante le primarie li voleva

Nella sua mozione congressuale si diceva favorevole all'ipotesi che piace a Fdi

La memoria corta di Elly sugli utili ai lavoratori. Ora li boccia ma durante le primarie li voleva
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Colpo di scena (e di sole) sul salario minimo. Elly Schlein potrebbe appoggiare la proposta della Cisl (che piace a Renzi e Meloni) sulla partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa. Addio Landini? A meno che la segretaria del Pd non sia «fulminata» da un improvviso vuoto di memoria e dimentichi ciò che prometteva appena sei mesi fa. A pagina 24 della mozione congressuale, con cui Schlein si è candidata alle primarie del Pd contro Stefano Bonaccini, c'è un passaggio (che inchioda la segretaria) che ripropone l'idea lanciata in questi giorni dal segretario della Cisl Luigi Sbarra e appoggiata in Parlamento da Italia Viva. Di cosa parliamo? Del «modello tedesco» che contempla il coinvolgimento dei lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende come risposta alla questione dei salari bassi. A febbraio scorso, Schlein la pensava esattamente come Renzi e Sbarra. Ecco la proposta contenuta nella mozione «Parte da Noi» con la quale Schlein ha vinto il congresso. «La partecipazione dei lavoratori è in grado di migliorare la qualità dell'impresa e la produttività, come insegnano alcuni modelli interessanti diffusi in altri paesi europei tra cui la Germania. Aumentare la partecipazione strategica di lavoratrici e lavoratori alle scelte delle imprese e alla condivisione di obiettivi e risultati è un passo importante per migliorare le relazioni nell'impresa». Parole di Schlein. Non di Boschi o Marattin. E dunque la segretaria dei democratici quando lanciava la scalata al vertice del partito sposava l'idea di coinvolgere i lavoratori negli utili dell'impresa. E c'è il richiamo del caso Germania che viene assunto a modello ideale da Renzi e dalla Cisl. Proposta però che oggi Schlein avrebbe accantonato per sposare invece la linea barricadera di Conte, Landini e Fratoianni impuntandosi sui 9 euro all'ora come soglia di partenza per il salario minimo. Il segretario della Cisl ha lanciato la proposta di legge di iniziativa popolare chiamata «Partecipazione al Lavoro», chiedendo di dare piena applicazione all'articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. Come ha spiegato lo stesso segretario generale Cisl a La Verità - «c'è una riforma cardine che riteniamo indispensabile in questa stagione di transizione: quella della partecipazione dei lavoratori alla vita, agli utili e all'organizzazione delle imprese». Una idea su cui il governo, in particolare l'ala meloniana, è pronto ad aprire il dialogo. Il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti al Giornale ha promosso la strada della partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa. C'è il sì anche di Fi. Pieno sostegno arriva anche dal fronte renziano: «Fondamentale è invece andare avanti sulla proposta della Cisl a prima firma Renzi di partecipazione agli utili dei lavoratori. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma. La partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa è una risposta giusta perché si lega a due temi fondamentali per l'economia italiana: l'aumento dei salari e del reddito dei lavoratori italiani e il miglioramento della produttività aziendale che è più debole in Italia rispetto ai competitor europei più importanti.

La misura va accompagnata con un regime fiscale di favore che premia la corresponsione di questi utili partecipativi detassandoli», chiarisce Raffaella Paita. Strano che proprio Elly Schlein non abbia ancora detto sì all'idea di Sbarra. Colpo di sole o vuoto di memoria?

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