Berlino. Da quando ha lasciato il piano più alto della cancelleria federale sei mesi fa, di lei non si è avuta quasi più alcuna notizia. Lo scorso 24 febbraio si è però appreso che Angela Merkel era stata borseggiata mentre faceva la spesa in un supermercato berlinese. Furto con destrezza visto che l'ex cancelliera era accompagnata da una guardia del corpo. Il 24 febbraio è anche il giorno in cui le truppe russe hanno dato il via all'invasione dell'Ucraina. Notoriamente poco propensa a parlare con la stampa se non strettamente necessario, in questi sei mesi Merkel si è tenuta lontana da taccuini, microfoni e telecamere.
Doppia la ragione di questa ritrosia: da un lato non fare ombra al suo successore socialdemocratico, l'oggi capo dell'esecutivo Olaf Scholz; dall'altro tenersi alla larga da una situazione di corresponsabilità. In questi tre mesi di guerra la Germania ha molto discusso della propria dipendenza agli idrocarburi russi e ha trovato nell'ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder il capro espiatorio ideale per la sua diretta dipendenza dalle compagnie energetice russe. È stata però Merkel a inaugurare nel 2011 il gasdotto diretto russo-tedesco Nord Stream voluto da Schröder e ancora lei a sostenere il Nord Stream 2, il progetto del raddoppio.
Ieri, nella sua prima uscita pubblica da dicembre, Merkel ha condannato Mosca e sostenuto Kiev: «La mia solidarietà va all'Ucraina invasa e attaccata dalla Russia e al sostegno del suo diritto all'autodifesa». Poi ha definito l'aggressione «una svolta profonda» degli assetti internazionali. E senza nominare Putin un leader con il quale Merkel ha avuto rapporti stretti, ancorché tormentati, anche perché lei parla il russo e lui il tedesco ha osservato che «nessuno è in grado davvero di stimare i vasti effetti di questo conflitto armato», un conflitto in cui la strage di Bucha «è la rappresentazione dell'orrore». Nelle parole dell'ex leader della Cdu non c'è spazio per le ragioni della Russia. Nel 2008, era stata proprio l'ex cancelliera tedesca a opporre il nein della Germania al futuro ingresso dell'Ucraina e Georgia nella Nato, una scelta che Merkel ha difeso anche dopo l'inizio della guerra. Il tono oggi è diverso: la Russia ha commesso un'eclatante violazione del diritto internazionale muovendo contro l'Ucraina «una barbarica guerra d'aggressione». In questa «tristezza senza fine», Merkel ha però visto un «raggio di speranza» nel sostegno a Kiev dato dai Paesi confinanti come Polonia e Moldavia. L'ex cancelliera ha aggiunto che appoggia tutti gli sforzi del governo tedesco, dell'Ue, degli Usa, della Nato, del G7 e delle Nazioni Unite per «porre fine a questa barbara guerra di aggressione da parte della Russia».
Merkel, che è intervenuta a un evento di commiato per il presidente della Confederazione dei sindacati tedeschi (Dgb), si è astenuta da commenti a margine. Le sue parole di condanna per Mosca, però, segnano una svolta rispetto alle sue decisioni del passato e riavvicinano l'ex personaggio politico più amato dai tedeschi al sentire dei propri concittadini.
Prima dell'invasione russa dell'Ucraina, i tedeschi erano ampiamente d'accordo con il completamento del Nord Stream 2 (il progetto è stato bloccato da Scholz alla vigilia della guerra). Oggi la grande maggioranza degli elettori chiede al contrario maggiore indipendenza energetica dalla Russia, anche se non tutti sono d'accordo sui tempi di questo processo. La fase dell'autocritica per Merkel, però, potrebbe non essere ancora finita.
Secondo un recente sondaggio Deutschlandtrend, l'83% dei tedeschi chiede anche meno rapporti economici con la Cina. Rapporti oggi strettissimi intessuti da Merkel che durante i 16 anni del suo governo si è recata per ben 12 volte in visita in terra cinese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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