La mia odissea burocratica per riavere la tessera Asl

Mi hanno rubato il portafogli e sto impazzendo tra sportelli inutili e addetti che non sanno nulla

La mia odissea burocratica per riavere la tessera Asl

A Roma, specie ora che ci sono i grillini, molti documenti si fanno online, come dice il sito del Comune? Col c..., scusate la parola. Sono giorni che sto impazzendo. Tutto è cominciato perché mi hanno scippato il portafogli, in pieno centro, sotto i miei occhi ma non sono riuscito a prenderlo, il ladro si è dileguato nella folla di Fontana di Trevi. Era un negro ma non si dice negro, si dice nero, o di colore, o extracomunitario, in ogni caso non si dice perché è brutto, sembra che poi sei razzista, e poi poteva essere anche bianco, un albanese, un rumeno, un napoletano, un delinquente romano.

Comunque sia, il prima passo è ovviamente la denuncia dai carabinieri, gentilissimi, ma ti prende una depressione, hanno computer di vent'anni fa che si impallano ogni tre minuti, avranno al massimo Windows 93, sui quali comunque loro volenterosi digitano autodettandosi la tua dichiarazione in quella loro lingua da verbale tutta all'imperfetto: «Io sedevo al tavolino del ristorante Baccano sito in via delle Muratte a Roma quando si avvicinava un uomo presumibilmente di nazionalità africana che mi chiedeva insistentemente denaro quando con destrezza mi sfilava il portafogli...».

Il giorno dopo mi sono recato prima in banca per riavere il bancomat e le carte di credito bloccate, e fin qui tutto bene. Quindi alla Asl per avere il duplicato della tessera sanitaria, ma lì sono iniziati i guai. Mi hanno spiegato che non potevano rilasciarmela perché devono spedirmela, e non risulta ancora il cambio di domicilio, che in teoria avrei già fatto online un mese fa.

Eppure avevo scaricato il Pdf, compilato il modulo dove ti chiedono pure i dati catastali e il contratto di affitto e ogni sorta di informazioni (e mi sono spostato di trecento metri, neppure venissi dal Messico), mandato via tutto alle mail indicate (ce ne sono decine, devi scegliere quella giusta), ma in effetti nessuno mi ha mai risposto. Ci sono anche le mail dei responsabili, ma inutile scrivergli. Le mail non ti tornano neppure indietro, è come se le mandassi al nulla, dovevo insospettirmi ma siccome ancora non mi avevano rubato niente me la sono presa con calma.

L'addetta della Asl mi ha detto di andare al mio municipio, non c'è altro modo. Per sicurezza telefono allo 060606, il numero del Comune, mi risponde un addetto generico che mi gira a un altro addetto specifico che mi informa che lui non c'entra, non è specifico per niente, e mi gira a un terzo addetto che finalmente mi risponde: «Online? Ah, guardi, meglio che vada in sede. E comunque io sono qui da due giorni, non sono esperto di niente». Non è esperto di niente, l'avrà appena assunto la Raggi, penso.

L'indomani, perché nel frattempo ho perso una giornata, vado al Comune. Nella sala d'attesa ci sono persone afflosciate su delle sedie con lo sguardo perso nel vuoto. Individuo una signora in un gabbiotto di vetro. «Dovrei fare un cambio di domicilio». Mi chiede: «Ha appuntamento?». «No ma sa, avevo fatto tutto online ma...». «Online lasci perdere, prenda appuntamento e lo faccia lì» e mi indica un totem elettronico, «basta inserire la tessera sanitaria». La tessera sanitaria? Le spiego che non ce l'ho, me l'hanno rubata. «Deve andare alla Asl, allora». In sostanza per avere la tessera sanitaria devo venire al municipio, ma al municipio non posso prendere appuntamento perché non ho la tessera sanitaria e mi rimandano alla Asl. Mi viene da piangere, giuro.

«Sì, ma alla Asl mi hanno mandato qui, perché non possono inviarmela, devo prima fare il cambio di domicilio». «Allora, boh» fa. Resto a fissarla imbambolato. «Come boh?». La signora sospira, e mi dice: «Allora si prenoti per domani sul sito tu passi punto com». «Dove scusi?». Me lo scrive su un foglietto: www.tupassi.com.

Ok, però non me ne vado, col cavolo. Resto lì e tiro fuori l'iPhone davanti a lei, mi collego al sito, mi registro, scelgo il municipio, e il primo appuntamento libero è il 5 novembre, quando mancava quasi un mese. «Mi perdoni, signora gentilissima, mi sono iscritto a tupassi.com, come ha detto lei, ma non mi fa prenotare prima del 5 novembre». Lei: «Non è possibile». «Guardi» e le mostro la schermata. La signora inforca gli occhiali, alza gli occhi al cielo e mi guarda impietosita, perché devo avere davvero una faccia disperata, come tutti qui dentro del resto. «Guardi, glielo prendo io, con la mia tessera sanitaria, domani spieghi che la sua non ce l'aveva». Sento una profonda gratitudine, sento che dovrei inginocchiarmi per ringraziarmi e baciarle le mani e chiederle di sposarla.

Intanto altra giornata persa, nel frattempo sono andato al negozio di fotocopie per stampare i moduli (non avevo una copia cartacea perché avevo compilato tutto online), mi ripresento al comune con un appuntamento preso alle 10,30 e mi ricevono alle 12,20 (perché su sette sportelli solo tre funzionavano). Finalmente riesco a fare questo benedetto cambio. «Posso andare alla Asl adesso?». «Certo, i suoi dati sono nel sistema». Così mi precipito di corsa alla Asl, altra fila, altro tempo infinito che non passa mai, e quando arriva il mio turno guardano nel computer ma niente, risulto sempre nel vecchio domicilio. «Provi a ripassare un'altra volta, il sistema non si aggiorna, oppure chiami l'Agenzia delle Entrate, dipende da loro». «L'Agenzia delle Entrate?» «Magari glielo correggono al telefono, ma dubito». «E come faccio a sapere quando ripassare?». «Provi ogni tanto».

Nel frattempo senza tessera sanitaria non posso neppure comprare le sigarette, quindi ho comprato un paio di stecche per precauzione.

E poi mi sono chiesto: io faccio lo scrittore, il tempo me lo gestisco io, ma come fa chi lavora in ufficio, si prende una settimana di ferie? In Italia si suiciderebbe anche Franz Kafka, ma state tranquilli, in teoria online c'è tutto, anche tupassi.com. L'avranno chiamato così perché se non stai calmo tu passi sì, ma alle mani.

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