L'allarme lanciato dal direttore Sallusti viene rilanciato dalla stessa premier e trova il centrodestra compatto nell'esprimere solidarietà ad Arianna Meloni ma anche nel respingere ogni tipo di attacco che si avvalga di strumenti diffamatori e surrettizi per screditare la responsabile della segreteria politica di Fratelli d'Italia, nonché sorella della premier. Potrebbe infatti essere la prossima vittima di quel sistema politico-giudiziario (con la piena complicità di alcuni organi di stampa) capace di disfare maggioranze ed esecutivi, lucidamente descritto e raccontato dal giudice Luca Palamara.
«Contro Arianna mosse squallide e disperate - dice la premier all'Ansa -. Se fosse vero dimostrerebbe solo che stiamo smontando un sistema che tiene in ostaggio il paese». «È uno schema - aggiunge - visto e rivisto sopratutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo». Che da tempo la sorella della premier sia al centro di retroscena maliziosi è cosa più che nota. Il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, concorda con le preoccupazioni di Sallusti. «Quanto scrive su Il Giornale è inquietante ma purtroppo coerente e simile a campagne viste nel passato». «Se invece - rilancia Malan - la campagna ha il fine di sovvertire il risultato elettorale espresso dal popolo sovrano, sappiano che sapremo difendere la lettera e la sostanza della Costituzione, che troppo spesso essi citano solo in modo strumentale».
Lo schema è ormai un sistema scoperto e non fa paura. Sfoggia sicurezza Carlo Fidanza, capo delegazione di FdI al Parlamento europeo. «È il solito schema, già fallito in passato», e cita quanto accaduto con l'inchiesta di Fanpage rilanciata dalla trasmissione di Corrado Formigli. «È il classico schema - gli fa eco il senatore e collega di partito Gaetano Nastri - che la sinistra tira fuori ogni volta che vuole condizionare l'agenda di governo». E nell'agenda di governo il piatto forte è rappresentato dalle riforme. Ed è a impedire il processo di riorganizzazione del Paese che mira, secondo Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di FdI, la manovra a tenaglia che Sallusti ha avuto il merito di smascherare. «Ovviamente, se fosse vero, l'inchiesta si smonterebbe da sola - dice Donzelli -, ma dopo anni. Nel frattempo avrebbero provato a fermare le riforme, giustizia compresa, e magari fatto rimettere le mani dei soliti lobbisti proprio su quelle nomine. L'allarme lanciato da Sallusti non può lasciare indifferenti. Chi prova a inquinare la democrazia colpendo Arianna Meloni per minare il governo, democraticamente voluto dagli italiani, deve essere isolato, ora, nel Palazzo, come è stato isolato dagli italiani nelle urne. Non ci fermeremo, non ci faremo ricattare». «Le opposizioni tutte, però - aggiunge -, chiariscano perché attaccano Arianna Meloni con così tanta determinazione, visto che non ha ruoli né in Parlamento e nemmeno al governo». «Attacchi vili e meschini» li liquida Augusta Montaruli, vice capogruppo alla Camera.
Mentre Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, esprime a nome del suo partito solidarietà ad Arianna Meloni, Gianfranco Rotondi si mostra ottimista: «È la solita macchina del fango messa in piedi dalla sinistra - commenta il leader dc - ma questa volta non funzionerà».
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