
Se piove meglio usare l'ombrello. Se piovono minacce meglio usare l'ombrello nucleare, quello offerto agli alleati europei da Emmanuel Macron, presidente di quella Francia che è una delle sole due potenze nucleari «in proprio» del Vecchio continente. Un gentile omaggio forse avventato, forse frettoloso, ma che segnala che l'Europa, eppur, si muove.
Bentornata deterrenza. Quello strumento fragile eppure efficace che ha tenuto in bilico il mondo come lo conosciamo oggi grazie alla minaccia vicendevole di ritorsioni nel caso di attacchi di armi atomiche contro una potenza o uno dei suoi alleati. La novità è che oggi, con gli Stati Uniti fuori causa grazie alla nuova Dottrina Trump, i protagonisti di questo stallo alla messicana sono l'Europa e la Russia. Che prende molto sul serio l'atto di spavalderia di Macron. Come dimostra il colorito paragone azzardato ieri da Vladimir Putin, secondo cui «c'è ancora gente che vuole tornare ai tempi di Napoleone, dimenticando come è finita». Putin è ieri apparso particolarmente ansioso di mettere in riga i suoi nemici, accusati di «sottovalutare il carattere del popolo russo». E ha poi manifestato la volontà di raggiungere «una pace sostenibile che soddisfi la Russia» e annunciato: «Stiamo liberando la regione russa del Kursk pezzo per pezzo», perché «non abbiamo bisogno di niente che non sia nostro, ma non rinunceremo a niente che sia nostro». Amen.
E mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov definisce quella di Macron «una pretesa di leadership nucleare in Europa che è molto, molto aggressiva», il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov vede nelle sue parole «una chiara minaccia» e lo paragona non solo a Napoleone ma anche a Hitler, con la sola differenza che «loro affermavano apertamente di voler conquistare e sconfiggere la Russia», mentre il presidente francese «dice che è necessario combattere la Russia affinché non sconfigga la Francia». Lavrov avvisa l'Europa anche sull'eventuale dispiegamento di proprie truppe in Ucraina: «Le considereremo allo stesso modo in cui abbiamo valutato la potenziale presenza della Nato».
Ma quanto è credibile che l'ombrello armato di Parigi possa estendersi a tutta l'Europa e dissuadere Mosca dallo scatenare la terza guerra mondiale? Va detto che questa eventualità è resa stringente dallo sfilarsi dell'America di Trump dalla responsabilità di difendere la sicurezza in Europa tramite la Nato. E che la potenza nucleare europea non è al momento in grado di dare vita a un match equilibrato con Mosca. Quest'ultima detiene attualmente 4.489 testate nucleari contro le 3.708 dispiegate dagli Stati Uniti. Un'Europa senza Nato potrebbe contare soltanto sulle 290 armi nucleari francesi (più che altro un'ombrellino) e sulle 225 del Regno Unito, peraltro non integrate nell'Alleanza Atlantica. Le altre testate nucleari dispiegate in Europa sono di proprietà degli Stati Uniti e quindi inutilizzabili con il disimpegno di Trump: si trovano nelle basi Nato di Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e anche in Italia: 35 testate nucleari tattiche B-61 sparse tra le basi di Aviano in Friuli e Ghedi nel Bresciano.
Insomma, in caso di scontro nucleare non ci sarebbe storia. Per spaventare Mosca l'Europa dovrebbe allestire un proprio scudo nucleare e soprattutto accorciare la catena di comando. A fare la differenza infatti non è soltanto la dimensione dell'arsenale nucleare disponibile, ma il fatto che a Mosca il pulsante rosso può essere premuto da una sola mano mentre in Europa il processo decisionale coinvolge troppi Paesi diversi spesso in aperto contrasto tra di loro.
E se da un lato la Germania è fin da tempi non sospetti favorevole a un deterrente nucleare a livello europeo e anche il nuovo cancelliere in pectore Friedrich Merz sembra disposto a ripararsi sotto la tettoia francese o britannica, e il premier polacco Donald Tusk sostiene che «vale la pena» prendere in considerazione la proposta francese, altri Paesi frenano, fingendo di credere ancora nell'articolo 5 del trattato atlantico. Un ombrello, quello, che potrebbe non aprirsi più.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.