La Francia ha la terza comunità ebraica nel mondo, la prima in Europa, e «lo Stato intende proteggerla» senza se e senza ma. Con queste parole il ministro dell'Interno Darmanin ieri in visita a una scuola ebraica di Sarcelles (banlieue nord di Parigi) col collega dell'Istruzione Attal ha ricordato che chiunque possa rappresentare una minaccia per gli ebrei, pur nella patria della libertà di protesta, allergica alle censure preventive, non troverà spazio nella République. Una presa di posizione netta, che fa seguito alla sospensione di un prof dell'Università di Parigi-Panthéon-Assas: protagonista lunedì, durante una lezione di diritto, di frasi giudicate dall'ateneo «indecenti e scioccanti». Si era rivolto così agli studenti: «Se arrivate ancora in ritardo, vi riduco come al rave», con riferimento alla strage di Hamas di sabato nel sud di Israele. Poi ancora: «Vi servirebbero lanci di razzi o colpi di kalashnikov per farvi svegliare la mattina...». Immediata la condanna "«enza riserve» del preside Stéphane Braconnier: «Commenti incompatibili con la nostra missione pedagogica». La ministra dell'Università, Retailleau, ha preteso dai rettori contromisure per garantire il rispetto della legge di fronte a certe «derive». Alla Scuola di Scienze Sociali (Ehess) la sigla studentesca Solidaires étudiants (orientata a sinistra) già domenica aveva pubblicato messaggi di «sostegno incrollabile in tutte le sue modalità, compresa la lotta armata, al popolo palestinese». Il preside, «scioccato», aveva subito segnalato i post alla piattaforma Pharos, il sito di denuncia di antisemitismo e razzismo. Infine ieri Darmanin ha dato precise istruzioni ai prefetti affinché si proceda al ritiro del permesso di soggiorno e all'espulsione immediata di chiunque non sia di nazionalità francese, qualunque sia il suo status, che si sia macchiato di atti antisemiti Oltralpe. «Già tre persone», ha spiegato.
Da sabato sono state una cinquantina le aggressioni fisiche o verbali nell'Esagono contro cittadini ebrei. Per il ministro, potrebbero essere azionate da «fondamentalisti o islamici radicali, persone che vengono dall'estero e dall'ultra-sinistra». Una decine le inchieste aperte. La Francia non vuole rischiare. Tanto che due manifestazioni pro-palestinesi previste per oggi a Parigi sono state vietate come in tutto l'Esagono. Si temono però blitz per la «resistenza»: come lunedì a Lione (corteo tentato e disperso dagli agenti) e martedì a Marsiglia col collettivo Marseille Gaza. Il ministro ieri ha accusato il tribuno della gauche, Mélenchon, di far ricorso in queste ore a una cinica strategia elettorale basata sulla non-condanna esplicita di Hamas, utilizzando le periferie per crearsi una "base" in vista delle elezioni europee e presidenziali, mischiando rabbia anti-polizia a odio per Israele. Darmanin ha poi annunciato lo scioglimento di associazioni che giustificano il terrorismo, come La Palestine vaincra.
Oggi all'Eliseo Macron riceverà i partiti: alle 20 il suo discorso in tv. Il portavoce del governo lancia intanto un appello a "non importare il conflitto in Francia", mentre la premier Borne parla di svariati bambini francesi ancora tra gli ostaggi di Hamas.
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