La moglie flirta col prete: marito cornuto e mazziato

Nei riguardi del religioso «sfasciafamiglia» la Curia non ha preso nessun provvedimento

La moglie flirta col prete: marito cornuto e mazziato

Una moglie tutta casa e chiesa. Ma il «problema», per il marito, nasceva proprio da questo tragitto. Che la consorte percorreva con insolita frequenza. E con particolare baldanza. Al rientro sotto il tetto coniugale il viso della donna appariva sempre raggiante e con un'espressione - diciamo così - appagata. «Appagata» da chi, e da cosa, il marito lo ha scoperto grazie a un investigatore privato assunto dopo che strani sospetti si erano allungati sulla sua testa; timori fondati, visti i documentati resoconti forniti dallo 007: «Sua moglie la tradisce con il parroco. Ecco le prove». E giù con video e foto «inequivocabili».

Così al poveruomo non è rimasto altro che denunciare la sacrosanta tresca alla magistratura che, dopo cinque anni di - immaginiamo - approfonditissime indagini, ha emesso la sentenza: 15mila euro di risarcimento al marito che, per colpa delle corna, era anche caduto in un grave stato depressivo.

Il verdetto, deciso dal Tribunale di Roma, ha però condannato solo la moglie della vittima, non riscontrando invece nel comportamento del sacerdote nessuna fattispecie di reato. E, fin qui, la cosa può starci. Ma - incredibilmente - dello stesso parere innocentista si è mostrato anche il «Tribunale ecclesiastico» della diocesi di appartenenza del prete latin lover: la curia dell'Aquila, cui appartiene il «don» rubacuori, non ha infatti finora preso nessun provvedimento contro la sua «pecorella», più o meno smarrita, limitandosi a dirgli di «non farlo più». Un po' poco anche per autorità religiose abituate - per «statuto» - a perdonare e a porgere l'altra guancia. Un eccessivo buonismo che gli avvocati del marito tradito non hanno preso benissimo, tanto da chiedere «formali spiegazioni» personalmente al vescovo.

Sconcerto anche tra i fedeli che non mancano di sottolineare come il prete protagonista di questa vicenda sia anche uno dei più stretti collaboratori proprio del vescovo.

La storia risale al 2008 e il contesto è quello della parrocchia della chiesa di San Giustino, quartiere romano dove viveva anche il marito tradito, l'amante del prete e i loro due figli («loro» della coppia legittima, non di quella fedifraga, ndr).

Lo scandalo è scoppiato nei giorni scorsi nella Curia dell'Aquila dove il sacerdote in stile Uccelli di rovo si è trasferito e dove è molto conosciuto per avere ricoperto una serie di importanti incarichi.

L'intrigo, reso pubblico dal quotidiano abruzzese Il Centro, è diventato così di dominio pubblico.

«Preferiamo non entrare nella vicenda giudiziaria e personale - commenta la Curia -. Ci limitiamo a dire che sono tre mesi che il sacerdote in questione non viene più a celebrare messa, facendosi sostituire. È stato insomma molto assente, a causa dei suoi svariati impegni (forse anche di carattere sentimentale? ndr). La pratica è comunque in mano al vescovo e siamo certi che deciderà per il meglio».

Chiudiamo con un ultimo, paradossale, dettaglio: il prete «sfasciafamiglia» ha chiesto (ottenendolo!) al marito della sua ex amante un risarcimento di 3mila e 200 euro, più il pagamento delle spese processuali.

I legali del parroco - considerato che la sentenza è ormai passata in giudicato - hanno quindi formulato la richiesta di pagamento, anche mediante un pignoramento dei beni.

Il commento del marito vittima dell'adulterio della moglie? «Cornuto sì, mazziato no!».

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