La Ong tedesca all'attacco. Meloni la zittisce: "Difendiamo i confini su mandato degli italiani"

All'ennesimo tentativo della Sea-Watch di dettare l'agenda politica italiana, è arrivata la replica del premier: "Che scandalo un governo che lavora per fermare la tratta di esseri umani"

La Ong tedesca all'attacco. Meloni la zittisce: "Difendiamo i confini su mandato degli italiani"
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Ancora una volta, una Ong tedesca, la Sea-Watch, ha tentato l'ingerenza nella politica italiana, arrogandosi il diritto di provare a imporre al governo legittimamente in carica, perché frutto di regolari elezioni, la sua linea politica. Ma stavolta, all'ennesima provocazione e all'ennesimo attacco, il presidente del Consiglio ha deciso di replicare alle accuse. Giorgia Meloni non ha mai risposto, tranne quando la stessa ha augurato a lei e al ministro Matteo Piantedosi "tutto il male possibile", ma stavolta ha deciso di non stare in silenzio.

"Il Governo Meloni degli autopronunciati patrioti spende centinaia di milioni di euro dei contribuenti per deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania", ha scritto ieri la Ong sui social. I centri in Albania sono ormai prossimi all'apertura, entro questa settimana dovrebbero essere operativi e iniziare a ospitare i primi irregolari recuperati dalle motovedette italiane. Il patto Italia-Albania è la soluzione innovativa per la gestione dei migranti a cui guarda l'intera Europa nell'ottica di ridurre gli ingressi illegali all'interno dei confini europei. Ben 15 Stati hanno firmato una lettera indirizzata alla Commissione europea in cui si chiede di prendere spunto dal progetto italiano per costruire qualcosa di simile che possa funzionare a livello europeo. Ed è forse questo che infastidisce maggiormente l'organizzazione tedesca, che pensa di poter anche disporre delle tasse degli italiani. "Forse le tasse degli italiani possono essere spese meglio, per accogliere e includere, anziché respingere", ha scritto ancora Sea-Watch.

A questo ennesimo tentativo di dettare l'agenda politica del governo italiano ha deciso di rispondere direttamente il presidente del Consiglio, mettendo in chiaro come funziona un Paese civile e ricordando ai tedeschi come funziona una democrazia. "Che scandalo! Un governo che - con un mandato chiaro ricevuto dai cittadini - lavora per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali", ha scritto Meloni. E i numeri danno ragione all'esecutivo italiano, visto che nell'ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre il 60% degli sbarchi nel nostro Paese. I confini terrestri e marittimi esistono, sono legittimi e devono essere rispettati. Questo è il concetto espresso dal presidente del Consiglio. Ma la Ong non ha abbassato i toni dopo la replica di Meloni, anche perché si sente legittimata dall'opposizione italiana, che vede nelle organizzazioni non governative la propria stampella. "E quali sarebbero le azioni concrete presidente Meloni? Finanziare cosiddette guardie costiere composte dai veri trafficanti di uomini? Incarcerare migliaia di innocenti perché guidavano l’imbarcazione su cui sono arrivati? Spendere milioni di euro italiani per carceri oltremare?", scrive Sea-Watch.

Come ha spiegato il presidente del Consiglio, gli italiani un anno fa hanno dato un "mandato chiaro" a Fratelli d'Italia e a tutto il centrodestra votandone il programma elettorale. Questo includeva anche azioni per la difesa dei confini. Il resto d'Europa, proprio a fronte delle politiche troppo permissive dell'Unione europea sui confini esterni, ha deciso di sospendere la libera circolazione di merci e persone. Ai Paesi che dispongono di confini esterni, come Italia e Ungheria, viene impedito di essere maggiormente incisivi da parte di Bruxelles.

E in Italia si aggiunge la magistratura, che ideologicamente tenta gli assalti ai provvedimenti governativi atti a tutelare i confini del Paese. Ecco perché le Ong si sentono invulnerabili e pretendono di dettare la politica italiana. Che, detto per inciso, non è nemmeno il Paese che fornisce loro la bandiera.

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