Mosca apre a Zelensky: "Mai dire mai". Erdogan media la tregua, Usa alla finestra

Oggi l'incontro tra il Sultano e lo Zar ad Astana. Ankara cerca un ruolo primario. Washington verso il G20: "Parlare con Vladimir? Dipende"

Mosca apre a Zelensky: "Mai dire mai". Erdogan media la tregua, Usa alla finestra

Vladimir Putin sembra aprire ad un incontro con Joe Biden, ma il presidente Usa frena dicendo che non ha intenzione di vederlo a margine del G20, pur se potrebbe valutare l'eventualità a seconda dell'argomento. E intanto, il leader del Cremlino vede Erdogan per parlare di pace. A non escludere la possibilità di un faccia a faccia tra il leader russo e quello americano al vertice in Indonesia è stato inizialmente il ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov: «Abbiamo detto molte volte che non rifiutiamo mai di organizzare incontri. Se ci viene fatta una proposta, la prenderemo in considerazione», ha spiegato, precisando quindi di essere pronti a considerare un'eventuale proposta di incontro se venisse inoltrata.

Nel corso di una intervista in esclusiva alla Cnn, tuttavia, Biden è sembrato allontanare l'ipotesi: «Non ho alcuna intenzione di incontrarlo, ma per esempio se venisse da me al G20 e dicesse di voler parlare del rilascio di Brittany Griner», l'americana in carcere in Russia, «lo incontrerei. Dipende. Dipenderebbe in modo specifico da cosa vuole discutere». L'inquilino della Casa Bianca in ogni caso ha messo in chiaro di non aver «intenzione di negoziare, e nessuno è pronto a farlo, con la Russia sulla sua permanenza in Ucraina, sul mantenimento di parte dell'Ucraina». Ribadendo che le trattative per una soluzione della guerra devono coinvolgere Kiev: «Nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina». Putin, ha continuato il Comandante in Capo, «ha agito in modo brutale, penso che abbia commesso crimini di guerra, quindi non vedo alcuna logica nell'incontrarlo adesso».

Poche ore dopo la messa in onda dell'intervista, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov è tornato sulla questione, dicendo: «Per quanto ne so, né la parte russa né quella americana hanno preso iniziative per organizzare contatti bilaterali al più alto livello». «Non rifiutiamo mai negoziati o altri contatti internazionali utili. Non allontaniamo mai una mano tesa. Ma se sentiamo e capiamo che un partner non vuole incontrarci per un motivo o per un altro, non ci imponiamo», ha precisato da parte sua il consigliere diplomatico del Cremlino Yuri Ushakov.

Nel frattempo, Putin vedrà oggi ad Astana, in Kazakistan, il leader turco Recep Tayyip Erdogan. «Vogliamo tenere la porta della diplomazia aperta - ha spiegato il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin - Chi crede che non ci sia più terreno per la diplomazia spesso ha torto, mentre al contrario diventa addirittura più importante in tempi come questi, quando la guerra infuria». Il consigliere diplomatico del Cremlino Ushakov ha spiegato di aspettarsi che Erdogan farà a Putin una proposta concreta di mediazione sul conflitto in Ucraina. «Se ci dovessero essere contatti (tra Mosca e Kiev), avranno luogo sul territorio turco», ha aggiunto, dicendosi di aspettarsi un «colloquio interessante e spero utile». Mentre sul rifiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di negoziare con lo zar russo, Ushakov ha detto: «Mai dire mai».

Le attese sono pure che il leader di Ankara esponga le sue proposte sui format per possibili negoziati tra Mosca e l'Occidente. Al Palazzo di Vetro dell'Onu, invece, la risoluzione di condanna in Assemblea Generale del recente tentativo della Russia di annettere quattro regioni ucraine è un test sull'isolamento di Mosca. Secondo il Washington Post, l'obiettivo dell'amministrazione Usa era di avere il voto a favore di almeno 100 Paesi membri delle Nazioni Unite su 193.

Il 2 marzo l'Assemblea ha condannato l'invasione russa dell'Ucraina per 141-5: solo quattro paesi - Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord e Siria - hanno votato con Mosca contro la risoluzione, mentre 35 si sono astenuti.

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