La mossa Ue: stop ai visti per i russi

Vertice di Praga, ipotesi stretta sui permessi ai cittadini. Atteso il ministro ucraino Kuleba

La mossa Ue: stop ai visti per i russi

Dare un'ulteriore segnale di rigetto della guerra in Ucraina alla popolazione russa. Per questa ragione, nella riunione informale dei ministri degli Esteri di domani e dopodomani a Praga, l'Unione europea potrebbe avviarsi verso la sospensione dell'accordo sulla facilitazione del rilascio dei visti siglato con la Russia nel 2007. Il pressing arriva da Polonia, Finlandia e Paesi Baltici, le nazioni confinanti con la Russia, ma anche dalla Repubblica ceca. Varsavia e Praga hanno già messo uno stop al rilascio dei visti dopo l'invasione russa ma non possono fermare i titolari del lasciapassare rilasciati da altri Paesi Schengen e chiedono adesso un provvedimento ulteriore e completo dalla Ue, dopo che Bruxelles ha già sospeso la libera circolazione di rappresentanti del governo e uomini d'affari russi con l'esplosione della guerra, congelando parti dell'intesa di 15 anni fa con Mosca. Quanto a Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, dopo il blocco dei voli tra Ue e Russia deciso da Bruxelles a febbraio, quei Paesi hanno visto un boom di turisti russi che, in auto e pullman, usano i visti come via di transito verso altre destinazioni europee, tanto che la premier estone Kaja Kallas ha azzerato anche lei il rilascio dei permessi turistici e riferisce: il 30% dei visitatori russi verso la Ue la scorsa settimana ha scelto la via baltica. Convinto che un accordo tra i 27 sia «il più sostenibile e legalmente corretto», il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha spiegato: «Non vedo l'ora di trovare una soluzione europea comune». Ma ha poi anche avvertito chiaramente che «se non si troverà, non escluderemo un accordo regionale tra i Paesi più colpiti dagli enormi flussi di turisti russi che abusano dell'ospitalità europea». Un concetto ribadito da un alto funzionario europeo al Financial Times, che ieri ha anticipato il contenuto del dibattito sui visti previsto a Praga e al quale parteciperà anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Dobbiamo inviare un segnale alla popolazione russa che questa guerra non è ok, non è accettabile». L'obiettivo è arrivare al summit europeo di ottobre a una sospensione più ampia dell'accordo del 2017, per eliminare il trattamento preferenziale per i russi, costringendoli a pratiche burocratiche più lunghe e più costose.

Ma come al solito il blocco dei 27 rischia di non essere affatto compatto. Per arrivare a uno stop europeo completo, servirebbe il via libera all'unanimità del Consiglio europeo.

E da Berlino è già arrivato il no dal cancelliere Olaf Scholz, espresso il 15 agosto durante una conferenza stampa a Oslo: l'Ue non dovrebbe «rendere più difficile» alle persone in fuga dal regime russo «cercare la libertà. «Questa non è la guerra del popolo russo, è la guerra di Putin».

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