Quel naso affilato e scarno e la tipica espressione di chi è sul punto di morte

Occhi infossati, volto amimico: la "faccia ippocratica" è un segnale premonitore

Quel naso affilato e scarno e la tipica espressione di chi è sul punto di morte
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Lo abbiamo visto tutti il giorno di Pasqua in piazza San Pietro mentre le telecamere di tutto il mondo lo inquadravano, affacciato dal loggione maggiore della Santa Basilica di Roma, seduto sulla sua sedia a rotelle, rivolgersi al suo sterminato popolo di fedeli con la faccia sofferente, in evidente difficoltà fisica, respiratoria e di comunicazione, anche solo per pronunciare, a fatica, l'augurio nel giorno della resurrezione di Cristo con quattro parole: «Fratelli e sorelle, Buona Pasqua».

Tutti i medici del mondo però, hanno osservato Papa Francesco con trepidazione, poiché l'occhio clinico, quello allenato da anni e anni di professione nelle corsie degli ospedali, ha rivelato al mondo scientifico che il Santo Padre domenica scorsa aveva dipinta sul viso la tipica espressione che in medicina viene definita facies hippocratica, ovvero il volto tipico di chi è vicino alla fine, il che comporta occhi infossati, volto incavato ed amimico, cioè privo di espressione e di vitalità, colore grigio del viso, pallore peri-orale, ma il segnale più evidente che ha colpito la comunità medico-clinica era il suo naso affilato, un naso molto ridotto di volume rispetto all'originale, scarno, dimagrito e sottile, uno dei sintomi più caratteristici, causato dalla riduzione del flusso sanguigno nelle parti periferiche e non vitali del corpo umano, che preannuncia, nei malati affetti da gravi patologie, acute o croniche, il probabile ed imminente esito finale.

Tutti i pazienti gravemente ammalati infatti, dimostrano una minore variabilità espressiva facciale a differenti stimoli emozionali, una realtà scientifica studiata anche con un sistema interpretativo visivo chiamato Facs (Facial Action Coding System) che permette di valutare, già in pronto soccorso ad una prima osservazione clinica del volto la compromissione più o meno grave del malato, ed intuire se quel soggetto sia affetto da una malattia cardiaca, polmonare o addominale, una valutazione pre-test prima delle analisi ematologiche e radiologiche di rito diagnostico.

La facies ippocratica si trova spesso nei casi di peritonite, dove insiste una forte disidratazione, ma anche nei casi di gravi emorragie, di insufficienza cardiaca e respiratoria, e in tutti i casi di ipo-ossigenazione dei tessuti periferici, cosa che provoca appunto l'espressione tipica e agonica pre-morte, con gli occhi infossati, le tempie incavate, le orecchie tese e fredde, la pelle secca e pallida, e soprattutto l'affilamento del naso, sottile e scarno, un segno questo che preannuncia, se non interviene un miglioramento entro breve tempo, l'esito finale del paziente.

Il giorno di Pasqua in Piazza San Pietro il Sommo Pontefice non era certamente in pericolo imminente di vita o in fase pre-agonica, e non si prevedeva affatto uno squilibrio acuto che facesse a breve precipitare il quadro clinico, al punto che Papa Francesco ha voluto ed ottenuto di poter fare un giro del colonnato di Bernini sulla «Papamobile» per salutare i suoi fedeli e baciare qualche bambino. All'alba di ieri mattina Bergoglio, nella sua casa di Santa Marta, ha avuto però una complicanza improvvisa del suo stato di salute già precario, le notizie non ufficiali accennano ad un ictus cerebrale, ma la sua faccia, con quel naso affilato che avrà certamente allarmato anche i suoi medici curanti, i quali, ricordo, lo assistono da mesi e non lo hanno mai dichiarato fuori pericolo, era un indice di grave sofferenza ed un segnale clinico premonitore di una vita a rischio.

La vita di un Pontefice amatissimo in tutto il mondo, che ha voluto tenacemente fare il Vescovo della Chiesa fino all'ultimo giorno, è volata via così all'improvviso, tra il dolore e l'incredulità

delle gente, raggiungendo gli angeli del Paradiso nel lunedì dell'Angelo, una data storica che resterà impressa nella nostra memoria, mentre le campane delle cupole di tutto il mondo continuano a suonare a lutto. Requiem.

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