Nella Rai lottizzata della stagione Draghi spariscono i grillini

Via alle nomine dei direttori. Ecco tutti i partiti e i politici che li hanno scelti

Nella Rai lottizzata della stagione Draghi spariscono i grillini

V incono i partiti, tranne i 5 Stelle che devono lasciare il Tg1, perde tutta la Rai e l'ad Carlo Fuortes viene praticamente commissariato da Palazzo Chigi. Tanto che nei corridoi di viale Mazzini gira la battuta «Da uomo Fuortes a Fantasma dell'Opera», con riferimento al precedente incarico di sovrintendente al Teatro dell'Opera di Roma. Per riuscire a sbloccare il nodo delle nomine nei tg Rai, ingarbugliato dalle fortissime pressioni delle segreterie politiche, sono dovuti infatti intervenire in aiuto all'ad - che già aveva tentato inutilmente mille mediazioni - gli emissari di Draghi (leggasi il capo di gabinetto Antonio Funiciello). Alla fine, ieri mattina, con una trattativa estenuante, si è trovata la quadra. I nomi proposti dall'ad sono: Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano che resta al Tg2, Simona Sala al Tg3, Mario Orfeo alla direzione Approfondimento. Ma solo questa mattina si saprà se supereranno il vaglio del Cda: ieri i consiglieri hanno mostrato forti segni di irritazione sia per il metodo usato (senza spiegare i criteri di selezione) sia per i nomi scelti. La situazione è complicata: si potrebbe bocciare l'intero pacchetto o alcuni dei proposti. Voto certamente contrario del consigliere in quota 5 Stelle Alessandro di Majo dopo la defenestrazione di Carboni dal Tg1 e forse del consigliere Riccardo Laganà che rappresenta i dipendenti della Tv di Stato.

Di certo, agli occhi dei consiglieri e di tutta la Rai, non è bastato portare sugli scranni più importanti dell'informazione italiana due donne (tre con Rai Sport andata ad Alessandra De Stefano) - di per sé un fatto indubbiamente importante - a mascherare la spartizione politica fatta con il bilancino, ancora peggio che nelle stagioni passate perché si sono dovuti accontentare tutti i partiti che affollano la maggioranza. Quello che ci si aspettava dal «governo dei migliori» era un momento di discontinuità che potesse traghettare la Tv di Stato verso un futuro innovativo. E, invece, tutto è cambiato per restare come prima. «I giornalisti scelti sono gli stessi che governano l'informazione in Rai da decenni», sottolinea Michele Anzaldi (Iv). «Una spartizione da manuale Cencelli», chiosa il sindacato interno Rai.

Al netto della possibile bocciatura da parte del Cda, la sostanza è che: Palazzo Chigi e il Quirinale si vogliono assicurare una figura autorevole al Tg1 - quella di Monica Maggioni (già presidente Rai e inviata) - che gestisca un'informazione serena e attenta ai delicati equilibri di governo in un momento cruciale per il Paese con il cambio alla Presidenza della Repubblica. Gli sconfitti sono i 5 Stelle che perdono la testata ammiraglia. Su tutte le furie Giuseppe Conte che ha tentato fino all'ultimo di difendere Carboni da tempo sotto accusa per l'enorme spazio dato all'ex premier. («Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare il M5s, partito di maggioranza relativa: non andremo più nei canali del servizio pubblico» ha tuonato ieri pomeriggio). Sul siluramento ha pesato anche la spaccatura interna al movimento grillino: Luigi Di Maio ha infatti sposato la scelta della Maggioni. Carboni, rimasto senza incarico, potrebbe comunque rientrare in gioco nelle nuove direzioni di genere, che verranno decise nelle prossime settimane, assumendo la guida del Day time oppure quella del Prime time.

Quanto ai vincitori di questa partita, il Pd agguanta una poltrona molto importante: quella della Direzione Approfondimento assegnata a Mario Orfeo che si troverà a controllare tutti i programmi giornalistici, esclusi i notiziari (da Carta Bianca a Porta a Porta e Report). Nel contempo, i dem si tengono anche la casella del Tg3 con Simona Sala: non dispiace a loro, è sostenuta anche dai 5 Stelle e trova sponda pure al Quirinale.

Vincenti pure i leghisti, con Salvini che ha fatto fuoco e fiamme per mantenere Gennaro Sangiuliano al comando del Tg2 e Alessandro Casarin ai Tg regionali.

Pure Giorgia Meloni, nonostante non sia riuscita a sottrarre un tg ai leghisti, ottiene una poltrona per Fratelli d'Italia: Rai News 24 con Paolo Petrecca, attuale vice direttore. Andrea Vianello si sposta dal canale all news ai Giornali radio, al posto della Sala. Sempre che, come detto, passino al vaglio del Cda.

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