Nell'azienda brianzola pronta a produrre

La ditta è specializzata in reattori. Mercoledì vertice governo-Farmindustria

Nell'azienda brianzola pronta a produrre

Milano. Una produzione italiana di vaccini. Questo il progetto cui si sta lavorando al Ministero per lo Sviluppo Economico con Farmindustria, Aifa e la struttura commissariale Invitalia. Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì, per definire meglio le ipotesi di lavoro e «selezionare» tra le aziende italiane che si sono fatte avanti quelle realmente in grado di partecipare. Di queste 9 sono le aziende lombarde che hanno dato la loro disponibilità a collaborare per aumentare la produzioni di vaccini.

Sull'iniziativa di avviare un polo nazionale pubblico-privato, «sarà necessario appurare l'individuazione di tutte le componenti produttive compatibili con la realizzazione di vaccini e verificare un orizzonte temporale congruo con le esigenze del Paese per superare la fase pandemica» spiegava due giorni fa in una nota il ministero.

In che modo? Si tratterebbe sostanzialmente di ricostruire in casa la filiera della produzione e del confezionamento dei sieri per potenziare la disponibilità di dosi sul mercato. «Potrebbe essere la produzione vera e propria con i bioreattori se ci sono, o anche l'infialamento - spiegava il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - come già accade ad esempio con la Catalent di Anagni che ha già stretto accordi con due aziende. Tutto questo «non è facile perché questi vaccini hanno caratteristiche intrinseche tutte particolari, dunque le aziende possono esprimere la volontà, ma sapere se l'azienda è già pronta o meno è alquanto difficile. Ho sempre detto che i tempi tecnici variano da vaccino a vaccino. Per preparare la produzione, ad esempio, nel momento in cui il bioreattore è pronto servono in media 4-6 mesi, ma in alcuni casi si può arrivare ad un anno. Poi - conclude - bisogna avere disponibilità di queste macchine, e servono le autorizzazioni degli enti regolatori dei paesi in cui andranno i vaccini prodotti da questi stabilimenti».

Novinox per esempio è un'azienda con sede in Brianza, specializzata nella produzione di dissolutori per iniettabili, reattori, preparatori per liquidi sterili ed è già inserita nella filiera della produzione del vaccino anti Covid dal momento che fornisce apparecchiature ad aziende «terziste» che producono il siero in Italia. Come funziona? Sostanzialmente si tratterebbe di comprare dalle cause farmaceutiche che già commercializzano i vaccini, il «siero madre» che può essere diluito cento, mille o centomila volte. Il preparato inserito in apposito serbatoi sterili deve essere porzionato nelle fiale, che verranno confezionate e congelate. Questa fase, quella della diluizione, rappresenta l'ultimo step della catena di preparazione dell'antidoto e la prima della produzione.

Da «costruire» con altre aziende,

in questo caso, gli ultimi anelli della catena. Il «moltiplicare» con tanti punti la produzione o il confezionamento dei vaccini consentirebbe di aumentare esponenzialmente la disponibilità delle dosi in tempi ragionevoli.

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