"Nessuno peggio di lui. Ha fatto propaganda giocando sulla paura"

Il candidato azzurro alla Regione attacca: "Macché sceriffo, è un caso di malasanità"

"Nessuno peggio di lui. Ha fatto propaganda giocando sulla paura"

La Campania è la quarta regione in Italia per spese durante l'emergenza Coronavirus, ma oggi ha un indice di contagio superiore alla Lombardia e le ultime inchieste su illegalità nella costruzione di 3 ospedali Covid coinvolgono personaggi vicinissimi al governatore De Luca.

Stefano Caldoro, lei è stato governatore fino al 2015 e a settembre sfida De Luca come candidato azzurro di tutto il centrodestra, per tornare al vertice della Campania: che sta succedendo?

«Si scopre ora che la situazione della sanità in Campania è drammatica e che l'emergenza Covid l'ha peggiorata. Abbiamo una gestione delle liste d'attesa a 6 mesi-un anno, le persone non si possono curare e se la prendono con i medici, che in realtà sono eroi. La struttura regionale ha collassato».

Ma lo sceriffo De Luca, con i suoi lanciafiamme e le sue supermulte, con i video-minaccia sui confini chiusi e le sfide alla Lombardia che hanno fatto il giro del mondo, non è stato uno dei governatori più severi?

«Quella è stata solo propaganda, per giocare sulla paura e risalire nei sondaggi, che lo davano 10 punti sotto qualsiasi sfidante. Come con l'ignobile scontro con Fontana, che gestiva una situazione ben più grave, per fare campagna elettorale sulle vittime dicendo: mentre io chiudevo, in Lombardia c'erano i morti per strada. Governatori del centrodestra come Musumeci, Santelli, Bardi, in Sicilia, Calabria e Basilicata hanno avuto dati migliori, ma certo non hanno il cinismo di De Luca che, con una narrazione alla Fidel Castro, ha voluto sempre paragonarsi con Fontana, per dire di aver fatto meglio. Poi si scopre che è invece il presidente che al sud ha fatto peggio».

Che cosa rivelano le inchieste giudiziarie?

«Sono la fotografia di una gestione ben diversa da come si presentava, di malapolitica e malasanità. Attendiamo gli accertamenti dei pm, ma il personaggio coinvolto è stretto collaboratore del governatore e tutte le decisioni sono di De Luca, per il grande intervento di cui si vanta. Sarebbe gravissimo se ci fossero state procedure illegali per 3 ospedali, altroché le inchieste su Fontana. Erano prefabbricati da attivare in 18 giorni, secondo l'impegno pubblico preso da De Luca in un trionfo di clacson e sirene: 2 a Caserta e Salerno non sono mai stati aperti e il terzo, a Napoli, è stato aperto per 10 giorni e poi chiuso, perché mancavano collaudi e protocolli di cura. Oltre allo spreco di 20 milioni di euro, si parla di vittime. Come il musicista malato di tumore morto nel centro Covid prefabbricato, che non dialogava con la struttura ospedaliera e tanti altri, che hanno subito le conseguenze di gravissimi errori, malgrado la situazione non fosse quella di emergenza del nord».

Come si risolve la questione sanità?

«Oggi la regione sarebbe uscita, dopo tanti anni, dal commissariamento ma la malapolitica di De Luca, che in 5 anni ha peggiorato la situazione, ci riporta a chiedere una gestione emergenziale. Da noi l'aspettativa di vita è più bassa della media nazionale, in alcuni casi di un anno e mezzo e le fasce più deboli o rinunciano o si devono pagare le cure, perché il budget è insufficiente.

Per me bisogna tornare alla meritocrazia nella selezione dei manager ospedalieri, invece di preferire amici politici e bisogna utilizzare fondi Ue per garantire al milione e mezzo di indigenti esenti dal ticket almeno i protocolli di cura obbligatori».

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