I porti italiani restano chiusi. Il ministro degli Interni, Matteo Salvini è stato chiaro, la nave Aquarius con 629 migranti a bordo non approderà in Italia. È partito così un braccio di ferro duro tra Roma e La Valletta sulla destinazione finale dell'imbarcazione che ha tratto in salvo nel Mediterraneo alcune centinaia di migranti che erano partiti dal Nordafrica. Uno scenario questo che potrebbe ripetersi anche per un'altra nave al Sea Watch che in questo momento si trova un po' più a sud, davanti alle coste libiche. Il braccio di ferro tra Italia e Malta di fatto mette alla prova anche la maggioranza di governo. Il fronte leghista è compatto e anche il centrodestra appoggia la scelta del titolare degli Interni. Ma di fatto tra i grillini qualcuno si smarca dalla linea del governo. E a farlo è il sindaco di Livorno, Nogarin: "Siamo pronti ad aprire il porto di Livorno e accogliere la nave Aquarius con il suo carico di 629 vite umane. Ho già dato la nostra disponibilità al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e ne ho parlato con il presidente della Camera Roberto Fico", ha scritto su Facebook il sindaco di Livorno. "Io capisco perfettamente - aggiunge Nogarin - che si voglia dare un segnale all'Europa, chiedendo un cambio di passo sulle politiche migratorie, ma questo braccio di ferro con Bruxelles non può essere fatto sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini. Se voltiamo la testa dall'altra parte e smettiamo di 'essere umani', finiamo per non essere diversi dagli scafisti, che fanno affari giocando con la
vita e la disperazione di migliaia di persone". Parole quelle di Nogarin che hanno fatto discutere e che sono poi state rimossa dallo stesso primo cittadino pentastellato.
E di fatto sull'apertura dei porti arrivano anche le parole dell'assessore ai Diritti della Giunta pentastellata di Torino guidata da Chiara Appendino: "Ci piace sempre immaginare come sarebbe Torino con il mare. Stasera sarebbe ancora più bella. Perchè se c’è il mare c’è un porto, e sono convinto che stasera sarebbe aperto", ha affermato, sempre sui social, Marco Giusta. Insomma il fronte M5s è messo a dura prova dalla scelta del Viminale e rischia di spaccarsi.
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