Il blocco navale tiene. E non solo per la Aquarius che stazione nel Mar Mediterraneo con 629 clandestini a bordo. Anche la Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca battente bandiera olandese, che si è fiondata al largo delle coste libiche per effettuare l'ennesimo carico di 800 immigrati da portare nel nostro Paese, troverà tutti i porti italiani chiusi. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che su Twitter ha rilanciato l'hashtag "chiudiamo i porti", è determinato ad andare fino in fondo: "L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c'è chi dice 'no'".
La politica di Salvini in tema di immigrazione è partita. Ieri pomeriggio, dopo un fine settimana di sbarchi senza sosta, il Viminale ha bloccato la nave Aquarius della Ong SOS Mediterranée con a bordo centinaia di clandestini provenienti dal Nord Africa. In una nota congiunta col ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha chiesto a Malta di "rispondere ufficialmente alla nostra richiesta di apertura dei suoi porti per il salvataggio delle centinaia di naufraghi presenti sulla nave". Ma per il governo maltese l'isola "non ha competenza" su questo caso dal momento che il recupero dell'imbarcazione "è avvenuto nell'area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma". Salvini innesca così un braccio di ferro che potrebbe durare anche tutta l'estate. Mentre, infatti, la Aquarius si trova ancora in mezzo al Mediterraneo, il leader del Carroccio ha già avvertito la Sea Watch 3 che non potrà contare sui porti italiani per scaricare gli oltre 800 clandestini che ha per salvato nella notte. "Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l'Europa che se ne frega...", spiega giustificando la decisione di chiudere tutti i porti.
Quella di Salvini è una scelta netta, di rottura di fronte all'ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell'Europa, a intervenire e a farsi carico dell'emergenza. "Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l'Europa che se ne frega...", commenta seccato il titolare del Viminale che ieri pomeriggio, durante il vertice con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, ha sbattuto i pugni sul tavolo e impuntatndosi affinché nessun clandestino venisse più trasferito sul suolo italiano. "Salvare le vite è un dovere - ha messo in chiaro - trasformare l'Italia in un enorme campo profughi no. L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c'è chi dice 'no'".
Una linea che trova ampiamente d'accordo anche il premier che ieri ha chiesto ai partner europei un cambiamento "radicale" del regolamento di Dublino, perché, ha spiegato, "l'Italia si ritrova ad affrontare in totale solitudine l'emergenza immigrazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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