È stato freddato mentre stava pranzando al ristorante Gaetano e Teresa di Melito di Napoli. In pieno giorno. In pieno centro. Erano in due, armati di pistole di diverso calibro, hanno fatto fuoco almeno dieci volte. «Che bisognava» essere sicuri di averlo ammazzato. Le missioni di morte della Camorra vanno portate a termine a dovere. Guai a sbagliare, a fallire. Che poi i messaggi arrivano sbagliati e non ci si capisce più, tra certa gente. Vincenzo Nappi, «'o pittore» è morto sul colpo.
La testa reclinata nel piatto e il terrore, lo sgomento tra gli altri clienti del locale che hanno iniziato a gettarsi a terra e a mettersi al riparo. Cinquantasette anni, era uno dei boss legati al clan Amato-Pagano, quello degli «Scissionisti» di Secondigliano, in particolare al boss Mariano Riccio. Una fine annunciata quella di Nappi: era stato già condannato a morte nel 2011. Si aspettava da allora il regolamento di conti tra clan rivali. Ed è arrivato ieri, con l'agguato in pieno sole.
Un omicidio brutale che ha terrorizzato gli altri clienti del ristorante. Si tratta del secondo grave omicidio in poco tempo avvenuto nel piccolo comune campano, anche se le dinamiche sono molto diverse rispetto al professore brutalmente assassinato lo scorso settembre. Stavolta il delitto è legato a menadito alla criminalità organizzata con una faida decennale che ha già lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue.
Nappi era considerato uno dei vertici degli scissionisti, che una volta faceva parte del clan Di Lauro di Secondigliano. Ad arrestarlo, nel 2011, a Mugnano (Napoli) furono i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Giugliano in Campania: era ricercato da tre mesi perché era sfuggito a un blitz che aveva assicurato alla giustizia otto persone, tutte legate allo stesso clan, a cui la Dda contestava, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti ed estorsioni.
Ieri, all'esterno del ristorante, che si affaccia sulla corte di un palazzo, i due killer erano attesi da un complice. Nappi frequentava in realtà raramente quella trattoria: e fino a ieri nessuno dei presenti nel locale in quel momento, neppure i titolari, erano stati in grado di fornire informazioni utili ai militari.
Nappi risultava essere disoccupato, da una prima compagna aveva avuto due figli ed era in
attesa di un altro figlio da una seconda compagna che è incinta. Aveva precedenti per associazione, è stato in carcere fino all'agosto 2020. Era stato sottoposto alla sorveglianza speciale fino all'ottobre dello stresso anno.
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